Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
NOBILI
Franco Roma 2 dicembre 1925. Manager. Laureato in Giurisprudenza, cavaliere del lavoro,
ha ricoperto incarichi manageriali in diverse imprese e associazioni di
costruttori. Nel 59 è stato tra i fondatori della Cogefar Costruzioni Generali Spa, che ha diretto
come manager e presidente fino al novembre 89. Poi è stato presidente dell’Iri fino al suo arresto il 12 maggio 93 • «Solo un quotidiano ha dato la notizia con un certo rilievo. Titolo su due
colonne: “L’ex presidente dell’Iri Franco Nobili assolto anche in appello”. Sì: Franco Nobili, arrestato nell’inchiesta Mani pulite, detenuto in carcere per 77 giorni, costretto a dimettersi
dalla presidenza dell’Iri, ha vinto anche l’ultimo processo che gli restava. Esce completamente pulito. Ma della fine dei
guai giudiziari di questo personaggio - e che personaggio: c’è chi dice che ciò che Andreotti è stato per la politica, lui lo è stato per l’economia - non se n’è quasi parlato. Eppure, nei giorni in cui era in galera, Nobili fu definito “un perno del sistema delle tangenti senza soluzione di continuità”. Parole scritte non da un giornalista qualsiasi, ma da un tribunale della
libertà» (Michele Brambilla)
• Portato a San Vittore la sera del 12 maggio 93, venne scarcerato il 24 agosto. «In carcere ero tranquillo perché avevo la coscienza a posto. E poi nella vita avevo passato momenti peggiori.
Ero in via Rasella il giorno dell’attentato. Ho fatto il partigiano, ho una Croce di guerra al valore militare.
Quel giorno, era il 23 marzo del 44, io e Alessandro Nati avevamo ricevuto l’incarico di andare a ritirare, a casa di Giorgio Sacerdote in via Rasella 152,
alcuni giornali clandestini cattolici e di sinistra. Non sapevamo nulla dell’attentato perché non c’era coordinamento tra noi e i Gap. Alle tre del pomeriggio sentimmo l’esplosione. Buttammo i giornali nei cassoni dell’acqua, Poi scesi in strada e mi trovai di fronte i tedeschi. Avevo la divisa da
militare del Sovrano Ordine di Malta, dove mi ero arruolato per non finire
sotto le armi con i tedeschi. Le SS mi scambiarono per uno che stava
soccorrendo i feriti, e me la cavai. Mio padre, Costantino Nobili, era un
sindacalista popolare, molto vicino a Sturzo, ho la tessera della Dc numero 3.
Fui proprio io, con un colpo d’accetta, ad aprire per la prima volta la storica sede della Dc di piazza del Gesù. Quel palazzo era la sede della Federazione fascista dei bananieri. Quando i
tedeschi lasciarono Roma, il Cln assegnò quel palazzo alla Dc. E io, il 4 giugno del 44, ebbi il compito di prenderne
possesso. Aprii il portone con un colpo di accetta e attesi lì De Gasperi, che arrivò poco dopo accompagnato da Mario Scelba».