Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
NADA (Nada Malanima) Gabbro (Livorno) 17 novembre 1953. Cantante. Principali successi: Ma che freddo fa e Che male fa la gelosia (69), Pa’ diglielo a ma’ (70), Il cuore è uno zingaro (prima classificata al Festival di Sanremo 71), Re di danari (72), Amore disperato (vincitrice del Festivalbar 83), gli album Dolce dolce (79), Smalto (83), Noi non cresceremo mai (86) • «Nada “rocks!” direbbero gli inglesi, per dire che Nada, nella forma e nella sostanza, è quanto di più rock esista oggi nella musica italiana
NADA (Nada Malanima) Gabbro (Livorno) 17 novembre 1953. Cantante. Principali successi: Ma che freddo fa e Che male fa la gelosia (69), Pa’ diglielo a ma’ (70), Il cuore è uno zingaro (prima classificata al Festival di Sanremo 71), Re di danari (72), Amore disperato (vincitrice del Festivalbar 83), gli album Dolce dolce (79), Smalto (83), Noi non cresceremo mai (86) • «Nada “rocks!” direbbero gli inglesi, per dire che Nada, nella forma e nella sostanza, è quanto di più rock esista oggi nella musica italiana. Perciò se ve la ricordate per Ma che freddo fa (69) o Il cuore è uno zingaro, sarà bene che vi aggiorniate. Nada, all’anagrafe Nada Malanima, non è la tipica ex Lolita del pop fine anni Sessanta rimasta inchiodata al proprio mito di plastica. Ma un’artista vera, una tipa tosta che se ne frega di fermare il tempo con il lifting e dà scandalo mettendosi in gioco» (Alberto Dentice) • «La fiducia mi è mancata parecchio in questo lavoro. Ho cominciato giovanissima. A 16 anni ero già una cantante conosciuta e di un certo successo. Ho sempre dovuto combattere contro tutti, discografici, parenti, la stampa per difendermi dall’immagine che gli altri volevano cucirmi addosso e trovare una mia identità. Nei momenti di crisi mi sono chiesta che senso avesse continuare a cantare in questo mondo prigioniero della fame, della guerra, dell’ingiustizia. Poi ho capito che anche nei momenti peggiori la gente avrà sempre bisogno di vedere un bel film, di leggere un bel libro, di ascoltare una bella canzone. E così mi sono riconciliata con il mio mestiere. Oggi mi sento giusta. Non sono cattolica. Mi considero una maremmana anarchica praticante» • Ha raccolto in un cofanetto (Le mie canzoncine 1999-2006) le sue cose degli ultimi anni. Dà molto valore a certe esperienze di attrice (la cameriera Dora, che si innamorò di Puccini giovanissima, nello sceneggiato tv di Sandro Bolchi; l’esperienza con Giulio Bosetti nel Diario di Anna Frank e in Pigmalione) e agli incontri con Dario Fo (con cui ebbe anche scontri notevoli) e Paolo Conte (che scrisse per lei Arte) • Fuma da 25 anni il sigaro e qualche volta anche la pipa: «Possiedo anche qualche pipa, ma non ho la pazienza di pulirle e prepararle come si deve» (da un’intervista di Mario Luzzatto Fegiz).