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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MOSCA Maurizio Roma 24 giugno 1940. Giornalista. Sportivo. Inizi alla Notte, quindi alla Gazzetta dello Sport, poi la Tv (L’appello del martedì, Il processo di Biscardi, Guida al campionato, Controcampo ecc

MOSCA Maurizio Roma 24 giugno 1940. Giornalista. Sportivo. Inizi alla Notte, quindi alla Gazzetta dello Sport, poi la Tv (L’appello del martedì, Il processo di Biscardi, Guida al campionato, Controcampo ecc.) • Figlio di Giovanni (scrittore, umorista, vignettista) • «L’idea mia era di fare l’avvocato, mi ero iscritto a Legge alla Cattolica di Milano, però adoravo lo sport. Mi trovavo davanti a un bivio. E presi la strada che mi portava alla Notte, il quotidiano del pomeriggio diretto da Nino Nutrizio, 1961. Mi sono scioccato alla Notte. Sarà che era uno dei primi grandi esami della mia vita, ma quell’ambiente, quelle parolacce... Scappai dopo che Nutrizio si mise a correggermi con la matita rossa e blu un articolo, che avevo appena pubblicato, sull’allenamento del Milan. E ma che crudele, dai. Dico a papà: me ne vado da lì. E lui mi fa fare la strada fino al giornale a calci nel sedere. Però dopo qualche mese mollai sul serio» (da un’intervista di Andrea Aloi) • «Papà era amico di Gualtiero Zanetti, così mi hanno preso alla Gazzetta dello Sport: 17 gennaio 63. Ne sono uscito il 10 ottobre dell’83. Subito due anni di abusivato a 20.000 lire al mese e venti ore di lavoro al giorno. Due anni di fila al turno serale mi sono pappato; leggevo le agenzie, passavo gli articoli» • Nell’83 lasciò la Gazzetta causa un’intervista a Zico inventata: «Vero e non vero. Va così: la Gazzetta mi manda a Tarvisio, al ritiro dell’Udinese, volevano un pezzo bello grande, col giocatore che parla, interviene, polemizza. Beh, lì Zico non c’è. Allora mi faccio raccontare un sacco di cose da Causio, dall’allenatore Ferrari, dopo vado all’hotel Admiral, da Zico. Sta dormendo, lo faccio svegliare, risponde al telefono mezzo rintronato. “Venga giù che parliamo”, “No”. E io torno a Milano. E scrivo lo stesso. Il 6 agosto con Angelo Rovelli avevamo pubblicato una grossa cosa su Zico nella “Telefonata della Gazzetta”, una rubrica inventata da me: avevo ancora tanto materiale inutilizzato, dichiarazioni di Zico in abbondanza. E le ho usate» • «Sono andato a dirigere un mensile, Supergol. Piano piano sono riemerso in tv, su Tele Alto Milanese di Rizzoli, in seguito Quasi gol con Platini su Tmc, la Finivest. Fine del discorso giornali» • «è stato uno dei primi giornalisti ad agitare le notti degli italiani senza ricorrere all’hard, ma riempiendole di calcio chiacchierato, discusso, urlato, fritto. Inventa, prepara, shakera, serve e incassa. E dove non arrivano immaginazione e dritte, c’è il pendolino (allusione all’abitudine di Mosca di risolvere i quesiti sportivi facendo oscillare un pendolino, ndr)» (Marco Pastonesi) • «è il Peter Pan della tv italiana, è la “sola moltitudine” dei nostri palinsesti: ogni giorno appare su una rete differente, come ospite, opinionista, folletto. Come i bambini, manca di senso dell’opportunità: sbaglia i toni, si fa catturare dalla furbizia degli altri ospiti, si lascia usare come buffone di turno, cade con un sorriso smarrito nelle più maldestre trappole retoriche» (Massimo Scaglioni) • «A noi Maurizio sta molto simpatico perché è un eterno bambino, perché ha una bella storia alle spalle (era il più sfortunato dei suoi fratelli, il più problematico, e adesso si trova a essere il più famoso dei Mosca, più di suo padre Giovanni), perché è la copia conforme del protagonista di The Terminal di Spielberg: invece di vivere chiuso in un aeroporto vive chiuso in uno studio televisivo. Come il Victor interpretato da Tom Hanks, il guru Maurizio non esce più dal suo microcosmo: vive, mangia, dorme, forse intrattiene anche rapporti affettivi, insomma esiste ma sempre, rigorosamente all’interno di uno studio televisivo, o radiofonico» (Aldo Grasso) • Fratello di Paolo.