Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MORETTI

Mario Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) 16 gennaio 1946. Ex terrorista. Delle Brigate
Rosse. Giunto ai vertici dell’organizzazione dopo la cattura degli altri capi storici. Artefice principale del
sequestro Moro. Arrestato a Milano il 4 aprile 81 • «Il padre è commerciante di bestiame, la madre maestra di musica. Diplomatosi perito
industriale, all’inizio del 68 è a Milano in cerca di lavoro. Ha in tasca due lettere di raccomandazione: una
del rettore del Convitto di Fermo, Ottorino Prosperi, per un posto all’Università Cattolica, l’altra della marchesa Anna Casati Stampa di Soncino, per un impiego alla
Sit-Siemens. Lo assumono in fabbrica. Qui diventa subito amico di Corrado
Alunni, Giorgio Semeria e Paola Besuschio. Con loro entra a far parte del
Collettivo politico metropolitano di Renato Curcio e di Margherita Cagol. Il 29
settembre 69, in una comune di piazza Stuparich, si sposa con Amelia Cochetti,
maestra d’asilo. Avranno un figlio, Marcello Massimo. La scelta della clandestinità arriva, per Moretti, tra l’estate e l’autunno del 70, quando con il gruppetto dei compagni della Sit-Siemens e del
collettivo dà vita a quello che sarà il nucleo storico delle Brigate Rosse. è un teorico ed elabora i primi documenti brigatisti, ma è anche tra i primi a prendere le armi e ad entrare in azione. Il 30 giugno 71, a
Pergine di Valsugana, partecipa con Curcio a una rapina per autofinanziamento. è la sua prima azione. Dopo l’arresto di Curcio e Franceschini, e poi di Ognibene e Gallinari, diventerà il capo più autorevole delle Br, fino a gestire il sequestro, la prigionia e la morte di
Moro e a concludere con quella tragedia la fase culminante della sua attività operativa» (
La Notte della Repubblica).