Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MORA Lele Agente. Tv • «Uomini quasi sconosciuti si muovono dietro il rutilante mondo dello spettacolo
MORA Lele Agente. Tv • «Uomini quasi sconosciuti si muovono dietro il rutilante mondo dello spettacolo. Nomi che dicono poco alla gente: Presta, Mora, Caschetto, Franchino. La gente conosce la Ventura, conosce Bonolis, ma ignora che ogni loro mossa è consigliata, concordata, a volte imposta da questi Richelieu che poco appaiono e molto decidono. Sono i loro potentissimi agenti. Si dice che comandino più dei capistruttura e dei direttori di rete. Lele Mora è il più importante» (Claudio Sabelli Fioretti) • «Non ho tutto questo potere che dicono» • «Ho incominciato con la musica nel 78. Facevo il road manager. Ho iniziato con Loredana Bertè: le guidavo l’auto, le lavavo le mutande, le disfacevo le valige, le facevo da confidente. Ricordi di gioventù? Canzoni? Miti? Fausto Leali, Deborah, A chi. I Pooh. Patty Pravo. Ma anche Orietta Berti e Nilla Pizzi. Sono un romantico degli anni Sessanta» • «Totalmente apolitico. Amo la correttezza e la giustizia. Mio papà amava il Duce e mia mamma pure. In casa nostra è attaccata la testa di Mussolini. Sono andato anche a Predappio» • è stato in carcere: «Non l’ho mai nascosto. Ma la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi. Nel senso che non avevo alcuna responsabilità». Una truffa. «Non era una truffa. Uno mi aveva pagato l’affitto con assegni postdatati. E per evitare che li incassassi mi ha denunciato. Anche qui tutto si è risolto in nulla» • Un po’ di evasione (cinque miliardi di lire): «Ho pagato il mio condono e tutto è andato a posto. Quando c’è un forte giro di soldi, qualche errore si può fare, capita a tutti. Ho sbagliato, ho pagato. Non erano cinque miliardi. Un miliardo e otto» • «Un personaggio, questo Lele Mora, che sembra quasi più materia per un’inchiesta di quelle che Marco Travaglio trasformerebbe in un tomo da 80mila copie, che per una tesi di laurea sul post-divismo. Se ne sono occupati qua e là anche i giudici di varie procure, ma nessuna voce ha scalfito finora il potere di questo ex parrucchiere» (Paolo Martini).