Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MONDAINI
Sandra Milano 1 settembre 1931. Attrice. Conduttrice tv. Moglie di Raimondo Vianello,
col quale ha diviso la carriera: Giocondo (63-64), La trottola (64-65), Il tappabuchi (67), Sai che ti dico (72), Tante scuse (74), Di nuovo tante scuse (75), Noi... no (77), Io e la Befana (78-79), Stasera niente di nuovo (81), La sitcom Casa Vianello (dall’88). Suo personaggio più noto: Sbirulino • «Ho avuto due vite: una da quando sono nata fino al giorno in cui ho conosciuto
Raimondo, l’altra che va da quel primo incontro con Raimondo. In casa mia si vivevano sei
mesi da ricchi e sei mesi da poveri. D’estate mio padre mandava me e la mamma sull’Adriatico in villeggiatura da quando chiudevano le scuole fino a settembre.
Avevamo la macchina e anche una piccola barca. E a Milano abitavamo in un
condominio che aveva garage, citofono, portineria e l’acqua calda centralizzata. Mio padre spendeva durante l’estate tutto quello che guadagnava in inverno e primavera, quindi in autunno ci
tagliavano la luce, il telefono, il gas. Mio padre, Giacinto detto Giaci, era
un tipo alla Humphrey Bogart, portava cappello e impermeabili uguali a quelli
del famoso attore. Parlava poco di sé perché era figlio illegittimo e aveva vissuto un’infanzia bruttissima. Era fotografo, pittore, ritrattista della Milano bene,
cartellonista alla Fiera di Milano dove realizzava anche stand per aziende
importanti come la Snia Viscosa e la Montecatini. Mia madre si faceva chiamare
Josephine, e non Giuseppina, p
erché era nata in Argentina, dove i suoi genitori erano emigrati da Busto Arsizio.
Era una donna bella, proprio bella. Si sono separati quando io avevo sette
anni, per me è stato un trauma. Allora sbattevano le porte in faccia ai figli di separati. A
scuola sono arrivata fino alla quinta elementare, che ho fatto due volte e poi
ho smesso per sempre di studiare. Verso i sedici anni ho cominciato a fare la
modella per griffe e riviste importanti. Le foto le faceva mio padre, io
dimostravo ben più della mia età. Papà conosceva il famoso autore e umorista Marcello Marchesi che un giorno, avrò avuto diciotto o diciannove anni, gli disse che cercava una ragazza come me per
una rivista con Tino Scotti. A me sarebbe piaciuto molto diventare ballerina.
Prima della guerra, in inverno, avevo frequentato per un anno la scuola di
danza di Pia Ruskaja, la più famosa d’Italia. Poi basta, perché in casa non c’erano soldi. Marchesi, comunque, mi prese subito per la rivista
Ghe pensi mi, e in compagnia c’era anche Franca Rame. Mi scritturarono per Dove vai se il cavallo non ce l’hai? con Ugo Tognazzi (Giorgio Dell’Arti) • «E incontrai per la prima volta Raimondo. Era già un attore importante, io la soubrettina. Avevamo molto rispetto l’uno per l’altra ma per un anno non ci siamo quasi scambiati una parola. Ero fidanzata con
Giuseppe Pederico, un produttore di una casa di produzione di Caroselli,
Raimondo era fidanzato con Stella, una ballerina. Un amore un po’ così il suo, il mio invece era un amore vero, una cosa seria. Ma una sera, di fronte
a una cotoletta alla milanese, mentre eravamo in una tavolata con tutta la
compagnia, Raimondo mi dice: “Lo sai che mi sono innamorato di te?”. Siccome lui scherzava sempre, gli dissi: “Vai a farti benedire”. Raimondo, però, non era brutto, era distinto, di buona famiglia, intelligente e divertente. E
tra noi è successa una cosa bella, molto chiara da parte di tutti e due. Durante due
giorni di riposo della compagnia, abbiamo lasciato i nostri rispettivi
fidanzati senza che nessuno dei due lo chiedesse all’altro. Tre anni di fidanzamento. Di notte fissava la data del matrimonio e la
mattina diventava vago. Così un giorno scappai, a Milano dalla mia mamma. Subito Raimondo mi telefonò annunciandomi che ci saremmo sposati il 28 maggio del 62» (Giorgio Lazzarini).