Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MISSONI
Ottavio Dubrovnik (Croazia) 11 febbraio 1921. Stilista. In coppia con la moglie Rosita
Jelmini (nipote dei Torrani che facevano tessuti ricamati, sposata nel 53): «I primi 35 anni di matrimonio sono stati un disastro, poi tutto bene» • Figlio di Teresa Devidovich, contessa di Capocesto e di Ragosniza e dal
capitano di mare Vittorio Missoni. Nell’infanzia si trasferisce a Zara, studia a Trieste e Milano. Nello sport emerge
nel 37 a soli 16 anni battendo all’Arena di Milano un primatista mondiale, l’americano Elroy Robinson: vince la sfida sui 400 piani in 48’’8 contro 48’’9 dell’americano. Due anni dopo sulla stessa pista partecipa a Italia-Germania, match
passato alla storia per la sfida tra Rudolf Harbig e Mario Lanzi sugli 800
metri, dalla quale scaturì il mondiale 1’46’’6. Missoni corse i 400 nella scia di Harbig e Lanzi, primo e secondo entrambi in
46’’7, lui siglò un 47’’8 che equivaleva al nuovo primato europeo juniores (ma all’epoca non esisteva ufficialmente questa categoria). Nel 48 raggiunse la finale
olimpica dei 400 ostacoli, sesto. Due anni dopo fu quarto agli Europei
• «Avevo fatto la guerra in Africa, niente di eroico. El Alamein? Ero in una buca,
arrivò un neozelandese, mi disse: “Come on”. Così, per quattro anni, sono stato ospite di Sua Maestà Britannica. Dormivo e leggevo, i miei due passatempi preferiti» • «È grazie allo sport che ho conosciuto mia moglie. Ai giochi di Londra del 48. Lei
aveva 17 anni, era a Londra in collegio a studiare l’inglese, venne allo stadio, era seduta proprio sopra il tunnel dal quale escono
gli atleti. Tutte le sue amiche si voltarono a guardarmi. Ero alto, magro da
far spavento, era la prima Olimpiade dopo la guerra, avevo il numero 331. Restò impressionata da quanto sputavo. Credeva fossi più giovane, invece avevo 27 anni. La domenica dopo andammo insieme in gita a
Brighton» (da un’intervista di Emanuela Audisio)
• «A Gallarate, appena sposati, abitavamo in un piccolo appartamento. Nel
seminterrato di casa aprimmo il nostro primo laboratorio di maglieria. Ogni
mattina chi si svegliava per primo doveva scendere nel laboratorio per
accendere la stufa ma, chissà come mai, era sempre lei ad alzarsi. Da allora - per la verità - ho riconosciuto che le donne sono molto più sveglie di noi uomini» • I Missoni sono «celebri per aver rivoluzionato, grazie a brillanti innovazioni tecniche, il
mondo della maglieria e imposto uno stile inconfondibile - le righe, gli zig
zag, le onde, i motivi fiammati, i patchwork - denso di citazioni sofisticate
(dalla natura, all’arte contemporanea alle culture più lontane)» (Chiara Beria di Argentine) • «Il clan di mia moglie si fidava poco di me perché loro si alzavano alle sette di mattina per andare a lavorare in fabbrica,
mentre io non lavoravo quasi, mi arrangiavo. Solo per sopravvivere avevo
avviato una magliera a Trieste, dopo il matrimonio la portai a Gallarate. Un
giorno Anna Piaggi, allora caporedattore della rivista di moda Arianna, trovò interessante il nostro lavoro e venne a trovarci. Ci dette così spazio redazionale e fotografie. Da lì andammo al Pitti Moda con il prêt-à-porter, però il secondo anno ci hanno cacciato perché avevamo fatto sfilare abiti trasparenti e si vedevano i seni delle modelle. Sei
mesi dopo, a Parigi, Yves Saint-Laurent lanciava il nude look. Il vero successo
lo avemmo a Firenze l’autunno successivo. Abbiamo avuto una
standing ovation e, quando siamo tornati in albergo, ci siamo detti per la prima volta “ce l’abbiamo fatta”. La collezione ebbe successo in tutto il mondo e il New York Times scrisse: “Missoni È quello che vorrebbe fare Chanel se fosse ancora viva”. Da quel momento in là non abbiamo più avuto il nostro conto in banca in rosso e questo devo dire che È il punto più importante da raggiungere. Quando nel lavoro non hai più una lira di debito, sei un signore» (da un’intervista di Alain Elkann)
• Tre figli: Vittorio, cura la parte commerciale, Luca la collezione uomo, Angela
ha sostituito la mamma per la collezione donna • Nel 2006 ha vinto a Linz (Austria) il titolo mondiale over 85 di lancio del
peso (7,59 metri).