Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MICHELI
Francesco Parma 19 ottobre 1937. Finanziere • «Uno degli “animali” più coriacei della comunità finanziaria italiana. I poteri economici lui li ha visti quasi tutti, dentro e
fuori, da vicino e da lontano. È stato protagonista di rilevanti operazioni di Merger & Acquisition e del lancio e della gestione di diverse iniziative economiche e
finanziarie di successo in Italia, tra le quali l’acquisizione e lo sviluppo di Finarte, il varo di Pronto Italia da cui È scaturita la nascita di Omnitel, la creazione di Ing-Sviluppo, la realizzazione
dell’Opas Olivetti su Telecom Italia e la creazione di FastWeb e e.Biscom. Oggi il
suo core business È la biotecnologia con la start up Genextra. È membro del Consiglio di amministrazione di diverse società, tra cui Interbanca, Ras e Longanesi, e di istituzioni culturali tra cui la
Fondazione Teatro alla Scala, l’Orchestra Filarmonica della Scala, la Fondazione Teatro Pier Lombardo, la
Fondazione Mazzotta, la Fondazione per le Neuroscienze. È presidente del Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano. Attraverso la
Fondazione musicale Umberto Micheli ha lanciato, assieme a Maurizio Pollini, l’omonimo Concorso pianistico internazionale di Milano, oggi tra i più rinomati al mondo» (Bruno Perini)
• «Aldo Ravelli mi disse: “Dovresti pagarmi per lavorare con me, ma siccome sono generoso non ti chiedo
niente”. Era un uomo di una genialità assoluta. Parlava solo dialetto, il bollatese. Era un uomo di sinistra, un
socialista. Era stato a Mauthausen. La sua prima fortuna l’aveva fatta corrompendo una SS, salvando se stesso e una serie di amici
importanti, soprattutto ebrei. Un giorno decise di pagarmi: 30 mila lire al
mese, ovviamente in nero. Al mattino ci si incontrava al Donini, un mitico bar
di piazza San Babila. Lui aveva già letto tutti i giornali e mi chiedeva: “Te leggiù?”. Io dicevo sì, ma non era vero. Ci misi poco tempo a entrare a far parte dell’intellighenzia della Borsa. Imparai come funzionava il giochino e fui in grado
di raggiungere la “pace dei sensi”. Ero entrato in Borsa nel 59 e riuscii a venirne via nel 69. Grazie a quello
che avevo imparato da Ravelli, ero anche diventato molto credibile nella
foresta assai grezza della Borsa. Sono passato dall’altra parte della scrivania, all’Imi, in Montedison, ho vestito i panni dell’indipendente, cosa che strideva in un mondo che in termini finanziari È sempre stato bulgaro» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti)
• «Non faccio mai un’operazione per guadagnare soldi. Faccio operazioni che mi divertono. Le
operazioni che divertono sono spesso quelle che fanno guadagnare di più».