Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MESSNER

Reinhold Santa Maddalena di Funes (Bolzano) 17 settembre 1944. Alpinista. Ha raggiunto i
massimi livelli in ogni campo: dalla roccia dolomitica al misto delle Alpi
occidentali, in velocità e in solitario, in libera e in invernale. Per non parlare delle montagne
himalaiane. Innumerevoli le imprese sulle Alpi (oltre 500 salite, fra cui
moltissime le prime; ripetizioni di tutte le vie più difficili su roccia, ghiaccio e misto). È stato il primo a completare, nell’86 salendo il Lhotse, la raccolta dei 14 Ottomila, che ha scalato per 18 volte
(2 volte su Nanga Parbat, Everest, Gasherbrum I e II). Nell’86 raggiunse anche la cima del Mount Vinson, in Antartide, diventando il secondo
ad aver scalato le vette più alte dei sette continenti. Nel 90 realizzò la prima traversata sugli sci dell’Antartide. Messo sotto accusa per la morte del fratello Günther che lo aveva accompagnato nell’ascesa del Nanga Parbat (27 giugno 1970). Ha raccontato l’episodio nel libro
La montagna nuda (Corbaccio, 2002). In quell’occasione perse due dita del piede per congelamento • «“Mi disse che era troppo debole per ridiscendere da dove eravamo venuti, dalla
parete Sud, e mi chiese di provare da quella Ovest, il versante Diamir”. Una strada dove mai nessun uomo aveva messo piede. I due incontrano una coppia
di alpinisti: erano distanti soli 90 metri, ma separati da un precipizio.
Ricorda Messner: “Non avrebbero potuto aiutarci, erano senza corda e comunque io e mio fratello
eravamo convinti di farcela”. Il gruppo si divide, passa un’ora e all’improvviso un boato: Günther scompare sotto una gigantesca onda di neve. Messner prosegue da solo,
perde due dita del piede per congelamento, si salva» (Francesco Alberti)
• Per anni l’hanno accusato (in testa il barone von Kienlin, lasciato dalla moglie per
Messner) di avere abbandonato il fratello in vetta: nel 2005, il ritrovamento
del cadavere proprio dove lui aveva detto di averlo visto sepolto da una
valanga, gli ha reso giustizia • «Sono convinto. Le grandi cose vanno fatte per conto proprio, senza compromessi.
Il punto È che ci sono obiettivi che soltanto io posso portare a perfezione. Ricordo ad
esempio il 69, l’anno in cui ho effettuato le migliori arrampicate: se non fossi stato solo, nei
ghiacci delle Alpi, non ce l’avrei fatta. Si tratta di superare ostacoli psicologici che non possono essere
condivisi con altri» (da un’intervista di Francesca Sforza) • «Sono un panteista in senso largo, non sono né cristiano né buddhista, non seguo una religione, ho soprattutto un grande rispetto per la
natura. Immagino ci sia un Creatore. Però noi siamo responsabili, con lui. Non faccio differenza tra vita e lavoro.
Faccio quello che mi piace, cioÈ quello che basta per portare avanti la famiglia. Ho la fortuna di fare la vita
che ho sempre voluto. Sono un privilegiato, lo riconosco. Viaggio in Asia e in
America per sei mesi all’anno, poi sto sei mesi a casa, per procurare la sicurezza a me, ai miei figli e
alla mia donna. Sono abbastanza libero: mi alzo quando mi sveglio, vado a letto
quando sono stanco e mangio quando mi chiamano a tavola. Mi sento cittadino del
mondo, mitteleuropeo, anche se amo molto la mia terra, il Sud Tirolo. La zona
che preferisco È quella tra Firenze e Monaco di Baviera. Firenze È la mia città preferita» (da un’intervista di Alain Elkann)
• Vive a Monaco di Baviera. Molto amico del primo ministro tedesco Angela Merkel.