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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MESSINA DENARO

Matteo Castelvetrano (Trapani) 26 aprile 1962. Mafioso • «Capo indiscusso della vecchia mafia trapanese. Giovane rampollo di una famiglia
di rango, con saldi agganci politici, descritto come rampante e detentore di un
buon “potere militare”, cioè dispone dei migliori killer» (La Stampa) • «è ricercato per associazione mafiosa, strage e omicidio. Secondo i magistrati
sarebbe uno dei registi delle stragi del 93 a Roma e a Firenze, ed ebbe da
Riina l’incarico di preparare l’attentato al giornalista Maurizio Costanzo e di pedinare, sempre a Roma, il
giudice Giovanni Falcone e il ministro Claudio Martelli. Di lui circola solo
una vecchia foto di vent’anni fa, che mostra un giovane con il volto affilato, gli occhiali a goccia, l’aria tenebrosa, lo sguardo magnetico. Sotto l’aspetto del gentleman, Messina Denaro nasconde una tempra d’acciaio. I pentiti lo indicano come boss spietato e risoluto, che ama i soldi,
la bella vita e le belle donne. Elegante, porta al polso un Rolex d’oro, al collo foulard di seta e circola su auto sportive quando sente meno
pesante la pressione delle forze dell’ordine e si concede rare scorribande notturne con i suoi fedelissimi. è uno dei tanti “figli d’arte” dello scacchiere mafioso. Suo padre, il vecchio don Ciccio, alleato dei
corleonesi, è stato per anni il monarca della mafia trapanese. Quando morì, il cadavere fu trovato vestito di tutto punto in campagna, composto e disteso
sulla nuda terra» (Enzo Mignosi)
• «Il pentito, Vincenzo Sinacori: “Una volta voleva uccidere Bernardo Provenzano per uno sgarbo. Giovanni Brusca lo
dissuase”. Matteo Messina Denaro era un fedelissimo di Totò Riina (che ha sempre potuto contare su Trapani anche per la latitanza) e non
apprezzava le idee e la direzione dell’organizzazione di Bernardo Provenzano. A sentire chi lo conosce da anni e lo ha
visto anche prima che si rendesse latitante, la sua giovane età, le idee un po’ strane per i vecchi codici mafiosi, le frequentazioni allegre, le belle donne,
i Rolex, le Mercedes e le Bmw, non devono fuorviare. Di donne ne ha avute e ne
ha tante. Nel covo dove riparò a metà degli anni Novanta, a Bagheria, in quella casa di fronte agli uffici della sua
amante, Maria Mesi, gli investigatori hanno trovato anche il suo passatempo
preferito: un Nintendo, un gioco elettronico. Per una donna, per l’austriaca Andrea Haslner, ha fatto spese pazze. Ha anche ucciso il direttore
dell’hotel Paradise Beach di Selinunte, Nicola Consales, che sparlava di lui e in
paese raccontava che il boss portava nel suo albergo “donnine di mezza età”» (Guido Ruotolo).