Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MEROI Nives Bonate Sotto (Bergamo) 17 settembre 1961. Alpinista. Ha scalato nove dei quattordici Ottomila esistenti: Nanga Parbat (8125 m, nel 98, prima italiana, lungo la via Kinshofer sulla parete Diamir); Shisha Pangma (8013 m) e Cho Oyu (8135 m) in sequenza (99); Gasherbrum II (8035 m), Gasherbrum I (8068 m), Broad Peak (8047 m) tutti in sequenza e in soli venti giorni nel 2003; Lhotse (8511 m) nel 2004); Dhaulagiri (17 maggio 2006) e K2 (27 luglio 2006, prima italiana) • Prima al mondo, a pari merito con l’austriaca Gerlinde Kaltenbrünner, anche lei capace di nove Ottomila, senza però il K2 • «A differenza della nostra eroina, la spagnola Edurne Pasaban e l’austriaca Gerlinde Kalterbrunner sono felicemente sponsorizzate e assistite
MEROI Nives Bonate Sotto (Bergamo) 17 settembre 1961. Alpinista. Ha scalato nove dei quattordici Ottomila esistenti: Nanga Parbat (8125 m, nel 98, prima italiana, lungo la via Kinshofer sulla parete Diamir); Shisha Pangma (8013 m) e Cho Oyu (8135 m) in sequenza (99); Gasherbrum II (8035 m), Gasherbrum I (8068 m), Broad Peak (8047 m) tutti in sequenza e in soli venti giorni nel 2003; Lhotse (8511 m) nel 2004); Dhaulagiri (17 maggio 2006) e K2 (27 luglio 2006, prima italiana) • Prima al mondo, a pari merito con l’austriaca Gerlinde Kaltenbrünner, anche lei capace di nove Ottomila, senza però il K2 • «A differenza della nostra eroina, la spagnola Edurne Pasaban e l’austriaca Gerlinde Kalterbrunner sono felicemente sponsorizzate e assistite. Nives no. Nives raggranella quanto le serve offrendosi ad umili serate specialistiche, integrate da proiezioni. Anche per questo, non tenta ogni anno le sue scalate, per le quali può contare solo sull’assistenza del marito Romano Benet, e dell’amico Luca Vuerich. Giunta ai piedi degli Ottomila, Nives non arruola squadre di sherpa, che si carichino di tutto il necessario. Nemmeno le bombole, si fa trasportare, perché lei e i suoi salgono senza. Si trascinano dietro soltanto una tenda, nella quale dormiranno in tre, a trenta sotto zero. E, alla fine, sale. Sale più presto possibile, evitando sin che può la successione dei campi base, che permetterebbero una graduale assuefazione fisiologica. Nel far così, corre ovviamente più rischi, tanto che le è già accaduto, una volta, di essere colpita da un edema, per fortuna sconfitto» (Gianni Clerici) • «Scala, senza deliri. E senza ossigeno, in maniera pulita. Le montagne spesso danno alla testa, vai in alto, ti credi altro. Orgoglio e presunzione fanno il resto. Stai in cima, siedi sull’infinito, ti ubriachi di grandezza. Nives sale, ma scende anche volentieri. “Ho piacere di tornare a casa e di mettermi a fare la lavatrice”. Questa è una cosa che può dire solo una donna» (Emanuela Audisio).