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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MERLONI

Vittorio Fabriano (Ancona) 30 aprile 1933. Industriale. Degli elettrodomestici. Oltre 3 mila miliardi di fatturato, l’80% realizzato all’estero. Presidente di Fineldo, la holding di famiglia che controlla quella che è la terza società europea nel settore degli elettrodomestici. è stato Presidente di Confindustria (80-84) • «Nel 1975 eravamo i più piccoli di tutti. La Candy era più grande di noi, anche la Ignis di Borghi era di un’altra taglia. Per non parlare di Indesit o della Zanussi, che era la numero uno» • «Secondo uno studio americano reso noto dall’Aidaf, l’associazione delle aziende familiari italiane, le family public company sono
gestite con grande attenzione alla continuità dell’impresa. Questo vuol dire che magari si sacrifica la redditività dell’oggi per essere più competitivi domani. Insomma, non c’è l’ossessione per la semestrale ma un grande impegno nella costruzione del futuro,
per il rispetto dell’ambiente, per un buon rapporto con la comunità locale dove risiede l’impresa. Tutti fattori che si traducono in una maggiore affidabilità. Indesit è il più internazionale dei nostri marchi, quello più conosciuto nel mondo»
• «Storicamente ogni dieci anni abbiamo avuto un periodo di difficoltà legato ad un cambio di prospettiva. Fra il 75 e l’85 ad esempio, abbiamo conquistato la leadership in Italia. Il secondo è stato il passaggio del testimone da un amministratore delegato all’altro. In entrambi i casi si tratta di ottimi manager però con stili di comando diversi e quindi un assestamento è naturale» • «Una tappa fondamentale è stata l’acquisizione nell’87 di Indesit che era già presente in Gran Bretagna e in Francia. Fu un buon affare: pagammo 50 miliardi
rilevando Indesit che era in legge Prodi. Ma di acquisizioni ne abbiamo fatte,
dalla Philco in Italia alla Fabrica Portugal in Portogallo, dalla Stinol in
Russia alla Hotpoint in Gran Bretagna. Abbiamo investito molto sui marchi e sui
mercati. I fatti dimostrano che è stata una scelta giusta» (da un’intervista di Giorgio Lonardi).