Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MENEGHELLO
Luigi Malo (Vicenza) 16 febbraio 1922. Scrittore • «Gli studi elementari e superiori in ambiente dialettofono e in scuola fascista;
poi la lotta partigiana e il periodo della Liberazione, con gl’ideali e le delusioni di una democrazia da restaurare, e non completamente
restaurata; finalmente il precoce trasferimento in Inghilterra, dove ha creato,
a Reading, uno dei migliori dipartimenti di letteratura italiana del mondo. Di
questi tre fuochi d’attenzione parlavano, per l’infanzia e la scuola, soprattutto
Libera nos a Malo (63) e Pomo pero (74); la vicenda partigiana è evocata, con splendida fusione di nostalgia e ironia, ne I piccoli maestri (64); infine si riferiscono all’esperienza inglese Il dispatrio (93) e La materia di Reading (97). Straordinaria fedeltà: Meneghello continua il suo scavo nella miniera delle forme espressive iniziato
col romanzo d’esordio: prima la parlata dialettale, tanto più schietta (almeno per lui, e nella sua infanzia) di quella artificiosa e
inamidata della lingua nazionale; poi l’inglese, visto anche (già con occhio adulto) nelle sue implicazioni antropologiche, dall’ethos al costume. Libera nos a Malo era stato accostato ad esperimenti dialettali contemporanei di Gadda, di
Pasolini, di molti altri. Ma i rapporti sono minimi. L’intento espressionistico è secondario in Meneghello, che cerca invece di risalire, attraverso il dialetto,
alla fase in cui un sentimento, un’intuizione o un pensiero si fanno parola. Va dunque alla radice del linguaggio,
convinto che dialetto o idioma nazionale (con le loro varietà tonali) influiscono sul nostro modo di vedere le cose, persino di ragionare. è significativo che la poesia in dialetto, fiorente a fine Novecento, abbia
trovato nelle pagine di Meneghello le migliori motivazioni. In questo modo lo
scrittore ha sviluppato un’eccezionale sensibilità linguistica: ogni parola, ogni modo di dire gli rivelano implicazioni e
riferimenti sottili; e questo può essere verificato con traduzioni fra dialetto e italiano, fra inglese e
italiano, fra inglese e dialetto (con effetti smitizzanti, persino comici: mi
riferisco, al limite, ad alcune traduzioni parziali di poeti inglesi in
dialetto vicentino). Un capitolo che Meneghello potrebbe scrivere, e anzi ha
praticamente scritto con molte sue pagine, dovrebbe avere come titolo: la
lingua come misura del mondo» (Corriere della Sera)
• «Mai pensato di fare il mestiere di scrittore» • Sue note di diario escono ogni tanto sul supplemento domenicale del Sole-24 Ore.