Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MENAPACE
Lidia Novara 3 aprile 1924. Politico. Senatore. Di Rifondazione comunista. Stava per
diventare presidente della commissione Difesa, il centrosinistra aveva
esattamente gli stessi voti del centrodestra ed avrebbe prevalso per anzianità, ma alla vigilia se n’è uscita con alcune avventate dichiarazioni contro le Frecce tricolori ed è stata battuta dal dipietrista Di Gregorio (che ha sommato il suo voto a quelli
dell’opposizione) • Ex partigiana, pacifista della prima ora, «ha una formazione cattolica e una partecipazione alla sinistra di base
democristiana. Intorno al 68 rompe con quella tradizione, sarà poi nel Psiup e tra i fondatori del Manifesto. Femminismo e non violenza
diventano le cifre fondamentali del suo agire politico e della sua produzione. è fortemente impegnata contro tutte le guerre e ha sviluppato un’importante riflessione per un’Europa neutrale e attiva, disarmata e smilitarizzata, solidale e non violenta» (Diario)
• «Ho fatta parte della Resistenza come staffetta del Comitato di liberazione di
Novara, ma con l’impegno di non portare armi. Non avrei mai saputo sparare ad alcuno» • «Non sono contraria alle donne soldato, sono contraria all’Esercito: c’è una sentenza della Consulta che dice che la difesa non è solo quella armata. E che il mondo militare sia essenzialmente machista, è un’opinione diffusa. Il femminismo, fondato sulla differenza, non può che essere ostile a chi ha per àmbito una cosa che si chiama uniforme. Il militare è l’apice del predominio maschile».