Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MELANDRI
Giovanna New York (Stati Uniti) 28 gennaio 1962. Politico. Deputato (dal 94). Ds.
Ministro dello Sport nel Prodi II. Ministro per i Beni culturali nei governi D’Alema I e II e Amato II. «Nel 98 ero il ministro più giovane insieme con Enrico Letta e avevo 38 anni. Ora sono sempre il più giovane, ma ne ho 44. Così non va. Un terzo del Partito democratico dovrà essere costituito da chi ha meno di quarant’anni» • «La prima ministra newyorkese della storia italiana è nata oltroceano in una famiglia Rai. Figlia di un dirigente di viale Mazzini,
cugina di Giovanni Minoli, sorriso telegenico, capelli biondi, occhi celesti,
molto carina, è cresciuta nella scuola quadri di Legambiente, parificata a Botteghe Oscure.
Allieva di Federico Caffè - scomparso poco prima della sua laurea» (Pietrangelo Buttafuoco)
• «Nelle politiche del 94, con Berlusconi e Fini trionfanti, i Progressisti vincono
a Roma un solo collegio su 24: è l’esordiente Melandri a conquistarlo. Accetta di correre alle elezioni provinciali
in un collegio impossibile: Salario-Parioli, da mezzo secolo il più a destra della Capitale. Inespugnabile per la sinistra, ma non per la solita
Melandri. Amica di Walter Veltroni che l’ha sponsorizzata ai Beni culturali. Abituata ai commenti aspri dei suoi compagni
di partito, che la ritengono una “raccomandata”, aiutata troppo dall’avvenenza. Come disse Claudio Velardi, allora braccio destro di Massimo D’Alema: “Facciamola ministro, ci vuole una bella donna che venga bene nelle foto”» (La Stampa)
• Parla tre lingue. Nella trasmissione Linea 3 di Lucia Annunziata affrontò gli avversari polisti avendo imparato a memoria il loro programma elettorale
(era il 96, c’erano le politiche). Quelli andarono in confusione perché lei glielo demoliva e loro non lo conoscevano. Fece la prima campagna
elettorale «a Testaccio, col furgoncino rosso mezzo scassato, ogni sabato, a parlare con le
signore al mercato, con il “Ciao” parcheggiato davanti alla sezione dei Ds; la seconda, sempre lì a braccare polisti impreparati, fino all’ultima, su e giù per il centro Italia, infervorata al punto da cacciarsi in un garage, il Caffè letterario di Roma, a offrire aperitivi a donne d’ogni “categoria”, per dirla con l’odiato Berlusconi, durante i dibattiti tra Prof e Cav. Più che infervorata, Melandri, in campagna elettorale, è apparsa addirittura invasata. Così, d’altronde, l’ha affettuosamente definita, davanti a Patty Smith, l’avvocato Marco Morielli, compagno di Giovanna e padre della piccola Maddalena,
la bambina che a un mese e qualcosa, nel 98, aveva già una mamma ministro. Dalla sua prima campagna elettorale Giovanna è cambiata, è meno “gajarda”, ovvero meno ruspante, come dice un suo ex fidanzato (anonimo) del periodo
universitario. è molto meno cordiale, a detta dei diessini di Testaccio. Ha ancora al seguito
Marco, appunto, marito in pectore con cui decide ogni giorno di non sposarsi,
pur avendo le carte pronte, perché sono fatti così, si amano così e magari così sembra pure una campagna per i Pacs» (Marianna Rizzini)
• Piuttosto inseguita dalla stampa rosa. Sue foto, in cui si baciava col musicista
Nicola Piovani, sono state pagate a peso d’oro.