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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MAZZANTINI

Carlo Roma 1925. Scrittore • «Il 25 aprile 1945, uno dei tanti ragazzi che avevano scelto la parte sbagliata,
con l’incoscienza e la testardaggine che l’avevano condotto sin lì, nel centro di Milano, invece di nascondersi, procurarsi abiti civili, si tolse
la maglia grigioverde d’ordinanza e uscì per le strade con la camicia nera. Fu catturato, stava per essere fucilato, ma
riuscì a salvarsi e ora è qui a raccontare. Quelle vicende le ha narrate nel più bel romanzo scritto dalla parte dei vinti, i reietti,
A cercar la bella morte, e poi nel saggio I balilla andarono a Salò, oltre che in una serie di opere narrative in cui il dato autobiografico
prevale sullo sfondo storico. Se dovessimo riassumere l’assunto di Mazzantini sul biennio cruciale 1943-45, useremmo l’espressione di “caduta del padre”. Perché in quegli anni andarono in crisi non soltanto la retorica fascista, ma anche i
valori di quegli italiani, come il padre di Mazzantini, che avevano combattuto
e sofferto nella prima guerra mondiale e poi avevano dato origine al fascismo» (Dino Messina) • «La vera festa nazionale non è il 25 aprile, che oltre alla Liberazione dal nazifascismo è simbolo soprattutto di divisioni, ma il 4 novembre, giorno della vittoria di
una guerra che fu combattuta da tutti gli italiani uniti. Il 25 aprile per me
non può essere festa nazionale, perché rappresenta la lotta di una minoranza, i duecentomila che aderirono alla
Resistenza, contro un’altra minoranza, e perché non è la fine ma l’avvio di una guerra civile durata ancora due o tre anni»
• Padre di Margaret.