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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MARINI

Igor Roma 19 marzo 1963. Il presunto superteste dell’affaire Telekom Serbia (arrivò a parlare di una tangente di 450 miliardi a Prodi, Fassino e Dini) • «Alla moglie giurava di lavorare in Vaticano. “Sai” le diceva, “adesso faccio parte della segreteria del cardinal Sodano. Tutto presto sarà risolto”. Per questo, dopo averla baciata, usciva sempre di casa prestissimo, elegante
con addosso il suo blazer blu. A sera poi, raccontava storie di miliardi e di
riunioni ad alto livello. Persino con papa Wojtyla: “Non ci crederai” azzardava, “ma oggi mi sono accorto che il papa mi ha guardato male. Deve essere perché gli hanno detto che come lui sono polacco ed ex attore”. Lei lo ascoltava innamorata e sperava che fosse cambiato. Ma era quello di
sempre: “Un gran bugiardo”. Nei suoi racconti Igor commetteva un errore dopo l’altro. Ogni volta che Alessandra lo andava a prendere a Roma, lui non usciva mai
dagli uffici della Santa Sede dove avrebbe dovuto lavorare. Le faceva, invece,
delle strane sorprese per strada, sbucando all’improvviso. E quando lei gli chiedeva perché non fosse in ufficio, lui, pronto, rispondeva: “Anche oggi ho dovuto accompagnare il vescovo Ante Jule in albergo. Sta all’Hotel Columbus. Che uomo! Vedrai, una di queste sere viene a casa da noi e te lo
faccio conoscere”. Alessandra si era trovata così a preparare più volte la cena per l’alto porporato. Dal macellaio faceva la spesa a credito (“Mi raccomando, monsignore preferisce la carne rossa”, ripeteva Igor), ma di Ante Jule non si era mai vista l’ombra. I creditori, quelli sì che erano veri» (Peter Gomez).