Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MARINI
Giovanna Roma 19 gennaio 1937. Cantante • «Carismatica musicista che da quasi quarant’anni si divide tra ricerca sulla musica popolare e nuove composizioni» (Gino Castaldo) • «Famiglia di musicisti, diplomata in chitarra classica al Conservatorio, Giovanna
Marini è la voce degli anni Sessanta, di quella cultura che usava il patrimonio musicale
della tradizione contadina e popolare (“delle classi subalterne” si diceva con terminologia gramsciana) come arma politica, e insieme come
modello per canti di lotta e di protesta. Partita da Bach, arriva alla musica
popolare grazie a Gianni Bosio, che a Milano ha fondato il Nuovo canzoniere
italiano cui fanno capo le Edizioni Avanti e i Dischi del Sole. Da Bosio
apprende non solo il metodo della ricerca ma anche “l’impegno della memoria, il bisogno di rivisitare il passato attraverso i
documenti del popolo, i suoi canti, i suoi racconti”. Collabora con l’Istituto Ernesto De Martino, impara dai cantori contadini tecniche di emissione
della voce e l’uso di armonie lontane dai modi classici e codificati, che impiegherà nella composizione delle sue cantate (la più celebre sarà il
Lamento per la morte di Pasolini). Intanto, negli anni Sessanta, gira l’Italia in concerti di forte segno politico, come Chitarre contro la guerra» • Clamorosa la sua partecipazione al Festival di Spoleto del 1964: sul palco del
Caio Melisso, rappresentandosi Bella ciao di Roberto Leydi e Filippo Crivelli, cioè un repertorio di canzoni del lavoro e della Resistenza, «le signore davano segni evidenti di non gradire i canti di lavoro né la voce sfacciata e potente di Giovanna Daffini, ex mondina. Una dama
insofferente gridò: “Non ho pagato mille lire per venire a sentir cantare la mia donna di servizio!”. Quando Michele Straniero cantò Gorizia, e la strofa che dice “Traditori signori ufficiali / voi la guerra l’avete voluta / scannatori di carne venduta / questa guerra c’insegni a punir”, allievi ufficiali dell’Accademia di Spoleto e signori benpensanti gridarono “Viva l’Italia, Viva gli ufficiali”, dal loggione s’intonò
Bandiera rossa, in platea si rispose con Faccetta nera...» (Ranieri Polese). La sera dopo l’intera platea era stata prenotata dai fascisti di Caradonna e altrettanti
partigiani s’erano disposti al servizio d’ordine • Partecipa allo spettacolo di Dario Fo Ci ragiono e canto. Nel 72 va a Reggio Calabria alla grande manifestazione contro i fascisti del “Boia chi molla”: da quel viaggio nascerà la celebre I treni per Reggio Calabria. Fa parte del movimento “Musica e realtà” che coinvolge fra gli altri Luigi Nono, Maurizio Pollini. Era con Nono, alla
Fiat di Torino, quando gli operai gli chiesero: «Questi rumori li sentiamo tutto il giorno, perché ce li fai sentire anche tu? Questa non è musica, è rumore» • «A riaccendere l’attenzione, una collaborazione non nuova per lei con un cantautore che si spende
pochissimo, Francesco De Gregori, con cui nell’82 aveva interpretato brani del Titanic. Insieme hanno inciso canti della tradizione popolare nel bellissimo Il fischio del vapore, e sull’onda della felice collaborazione era seguito un secondo album - Buongiorno e buonasera - ancora straordinario e tutto suo, sempre prodotto dal cantautore romano.
Ballate, cronache e memorie drammatiche o spiritose, cantate e spesso recitate
come il rap di oggi» (Marinella Venegoni).