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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MARCHI

Wanna (o Vanna) Castelguelfo d’Imola (Bologna) 2 settembre 1942. Teleimbonitrice. Nel 2006 condannata a dieci
anni di prigione, due milioni e duecentomila euro di risarcimento per i clienti
truffati, cinque anni di interdizione dalle attività commerciali in video. «Io giuro davanti a Dio di aver sempre detto la verità, non ho mai truffato nessuno. Se fossi stata colpevole avrei patteggiato la
pena» • «Poi, a danno perpetrato, a equivoco svelato, tutti che gridano al mostro. Dalle
copertine al patibolo: non era meglio evitarle le copertine, evitandole così anche il patibolo?» (Michele Serra) • Figlia di contadini poverissimi, studiò solo fino alla quinta elementare («E alloraaaaa?»). A quindici anni andò a fare la cameriera a Milano, nella casa di Vergottini, il parrucchiere delle
dive. A forza di vedere donne che si lasciavano fare di tutto, si convinse che
poteva provarci. Decisivo fu forse l’incontro con la suocera che nel 61, mentre andava all’altare, le bisbigliò: «Madonna quanto sei brutta, come hai potuto sposare mio figlio?». Ebbe due figli: Stefania («sempre abbronzata fino alle gengive») l’ha seguita nella buona e nella cattiva sorte; Maurizio, che all’inizio si vedeva nei panni di tele-modello, ha poi scelto altre strade. Fatto un
po’ di apprendistato presso un’estetista, affittò un garage a Ozzano dell’Emilia e cominciò a farsi vedere in tv (su Rete A il lunedì notte) smerciando alghe dimagranti, creme scioglipancia, pomate rassodanti per
il seno, cuscini per sconfiggere l’insonnia ecc. Convinti dalla sua sincerità («Spogliatevi nudi e guardatevi davanti allo specchio. Fate veramente schifo!») i clienti non mancavano. L’etnomusicologo Roberto Leydi scoprì che i suoi strilli erano simili a quelli degli antichi ciurmadori delle piazze
europee; Vittorio Sgarbi la paragonò a Dario Fo e Carmelo Bene; Beniamino Placido le dedicò un’apologia. Seguirono le ospitate da
Maurizio Costanzo, a Lupo Solitario (trasmissione cult di Antonio Ricci), a Fantastico (nell’88-89 come testimonial del ministero delle Finanze). Nell’86 pubblicò l’autobiografia Signori Miei (cui seguirà nel 2003 Le mie prigioni, scritto con Stefania). Nell’89 incise un disco Rap (D’accordooooo). Nel 90 partecipò ai Promessi Sposi di Lopez-Marchesini-Solenghi (spacciava alghe miracolose per sconfiggere la
peste) • I guai con la legge cominciarono presto. Negli anni Ottanta, il Comitato difesa
consumatori di Milano presentò un esposto su un prodotto per la ricrescita dei capelli: dentro c’era una sostanza vietata dal ministero della Sanità; nell’87 il Giurì dell’istituto di Autodisciplina pubblicitaria s’interessò allo “scioglipancia Vanna Marchi”, giudicando non accettabile una pubblicità in cui si affermava che «con sole 200 mila lire la vostra grassa pancia diventerà snella pancia in 30 giorni»; tre anni dopo il tribunale di Bologna dichiarò il fallimento di una delle sue società, cui seguì l’arresto per bancarotta fraudolenta. A giugno del 90 tornò in libertà. E in tv. Lasciati i cosmetici, si lanciò nell’occulto, iniziando la collaborazione col mago Mario Do Nascimento Pachecho che
garantiva vincite al lotto al prezzo di 300 mila lire. Siccome i terni non
arrivavano, molti chiamavano per protestare e si sentivano rispondere che
qualcuno gli aveva fatto il malocchio. Il Mago prometteva che avrebbe
provveduto a eliminarlo con un sovrapprezzo di un paio di milioni e spediva a
casa un pacchetto con candele, pupazzetti, spilloni, una bustina di sale (a
volte rimpiazzata da un sasso magico) e un libretto di istruzioni per “il Rituale”. Ultimo atto: sciogliere il sale dentro mezzo bicchiere d’acqua (impossibile) oppure bruciare il sasso magico (ignifugo). «Se l’esperimento fallisce il malocchio è proprio grosso e le porterà nefandezze». Do Nascimento spediva allora un secondo kit «più potente» (e più costoso) e così via. A un’imprenditrice di Treviso sfilarono in questo modo 800 milioni. Chi non pagava
veniva preso a maledizioni. Fin quando (fine 2001) la signora Fosca Marcon di
Solaro (Milano) telefonò al Gabibbo.
Striscia la notizia si scatenò, la Guardia di finanza fece irruzione nelle sedi milanesi di Asciè e Anedene, le due società della tele piazzista. Nel luglio 2006 si segnala che ha ricominciato a fare
telepromozioni sul web.