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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MANNUCCI

Lucia Bologna 18 maggio 1920. Cantante • «Nota femminile del mitico Quartetto Cetra. Compagna di musica e d’avventura di Felice Chiusano, Tata Giacobetti e Virgilio Savona, che nel 44
diventa suo marito. Sono gli anni Quaranta, quelli della guerra, della borsa
nera, del cinema di Bragaglia, di Camerini, dei telefoni bianchi, di Vittorio
De Sica, di Parlami d’amore Mariù, del trionfo della radio. Di quando Cia canta Ho un sassolino nella scarpa, Notte e dì, Caro papà. Nel 42 parte per una lunga tournée con il maestro Semprini e la sua Grande Orchestra Ritmo Sinfonica. L’anno successivo si ritrova in scena con Totò, Elena Giusti, Natalino Otto, Gorni Kramer, e con il Quartetto Cetra, allora
formato da Chiusano, Giacobetti, Savona e da quell’Enrico De Angelis che le avrebbe lasciato il posto quattro anni dopo. Infatti,
nell’ottobre del 47, al Teatro delle Arti di Roma, Lucia Mannucci diventa la vocalist
dei Cetra. Non è bellissima, Cia. Ma è carina, spiritosa, e sobria. Niente lustrini e paillettes, neppure un decolleté audace in scena, così come nella realtà evita il chiasso e la mondanità. E nei Cinquanta diventa un modello per le anti-Loren, che si pettinano -
taglio corto e poco cotonato - e si vestono come lei. Lei, la vocalist del
Quartetto più sorridente del Paese. Lei che nel 58 interpreta
Donna, il brano clou della rivista Un trapezio per Lisistrata. Lei che, senza i Cetra, incide decine e decine di canzoni, firmate da nomi come
Kramer, Gaber, lei stessa (da Vetrine a I tigrotti della giungla a L’amore non ha tempo). Lei che ripete: “è vero: riesco a cantare da sola... Ma mi diverto di più a farlo con Felice, Tata e Virgilio”. Ironiche e nostalgiche, spensierate e maliziose, le loro canzoni entrano di
diritto nella Storia. Intramontabili hit come Un vecchio palco della Scala, Un bacio a mezzanotte, La vecchia fattoria, fischiettate, cantate, ballate e consumate a oltranza. Ma Cia e i Cetra non
sono soltanto voci. E quando la tv arriva in Italia, il Quartetto entra dentro
quella meraviglia, che con il futuro si sarebbe appannata di oscurantismo. E
diventa protagonista nella leggendaria Rai di Studio 1. Cia e soci interpretano classici come Il conte di Montecristo, I tre moschiettieri, Via col vento, Il dottor Jeckyll e mister Hyde, l’Odissea (addirittura), tutti rivisitati, “scorretti” in allegra parodia e trasformati in musical da quel mostro di Antonello Falqui» (Micaela Urbano).