Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MANGIAROTTI
Edoardo Renate (Milano) 7 aprile 1919. Ex schermidore. Specialista della spada (ma
eccellente anche nel fioretto), ha vinto tredici medaglie olimpiche: sei ori
(uno solo individuale, a Helsinki nel 52), cinque argenti, due bronzi. Fratello
di Dario • «Mio padre Giuseppe era un Trapattoni della scherma: molta concretezza e tanta
tenacia; fu lui, inoltre, che sviluppò la dinamicità della spada, che prima era arma statica. Fino ai 10 anni fui fiorettista. Poi
lui mi fece diventare mancino e mi trasformò in spadista. Continuai scoprendo che essere ambidestro era uno straordinario
vantaggio: una volta mi ruppi un tendine della mano sinistra, ma potei
ugualmente andare in pedana tirando con la destra. Fra lo stupore dei giudici e
dell’avversario»
• «La sua storia è anche quella di uno schermidore coriaceo, di un eccelso agonista che da giovane
riuscì perfino ad arrabbiarsi durante un’esibizione persa in un teatro milanese. “Sono stato battuto da una sporca camorra e da giudici venduti”. L’avversario era il fratello Dario, il presidente di giuria il padre... Ma quando
stava dall’altra parte della barricata, sapeva essere il contrario: ossia, conciliante. In
una edizione dei campionati universitari, era giudice capo in un assalto di
fioretto. Non esistevano ancora i meccanismi elettrici che stabiliscono la
stoccata; nei casi dubbi, ci si consultava con quattro assistenti ai lati della
pedana. Un italiano andò a segno. Lui chiese conferma: “Touché?” domandò secondo la rituale formula in francese. Scossero il capo. E lui all’azzurro, in dialetto milanese: “Se te voeuret fagh?” (che cosa vuoi farci?), sintesi di una pacatezza oggi sempre più rara» (Flavio Vanetti).