Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MANCINO
Nicola Montefalcione (Avellino) 15 ottobre 1931. Politico. Senatore (dal 20 giugno 1976 al 20 luglio 2006, prima
della Democrazia cristiana, poi dell’Ulivo). Mandato dal Parlamento al Consiglio superiore della Magistratura (Csm),
dove è stato eletto all’unanimità vicepresidente al posto di Virginio Rognoni, e quindi dimissionario da Palazzo
Madama • Ex presidente del Senato (96-2001), ministro dell’Interno nei governi Amato I e Ciampi I • «Sono cattolico, con difetti e virtù, un uomo normale cresciuto in una famiglia religiosa» • «Ho sempre preferito fare il capogruppo rispetto ad incarichi di governo. Nel 92
fui nominato ministro dell’Interno, a cavallo tra l’assassinio di Falcone e quello di Borsellino. Quando sono andato a Palermo dopo
via D’Amelio, ero al Viminale da appena diciotto giorni. La gente, che era accorsa
numerosa, mi gridava: “Mancino, vai via”. Mi sentii colpito, ferito» • «Sono sturziano. Ero molto legato ad Aldo Moro» • «Scrivo a penna. Avevo un’Aurora che è stata per lunghi anni la mia penna da lavoro. Nel 92 il gruppo parlamentare che
ho presieduto per otto anni mi ha regalato una penna stilografica d’oro, con incisa la data della mia elezione a capogruppo e quella della
cessazione dell’incarico: 7.7.84-4.7.92. Questa è diventata la mia nuova penna» (da un’intervista di Alain Elkann) • Grande tifoso del Torino: «Da ragazzo tifavo per Ettore, il debole, non per Achille. Invece sul piano
calcistico tifavo Torino perché era imbattibile».