Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MAMBRO
Francesca Chieti 25 aprile 1959. Ex terrorista. Dopo la militanza nei movimenti giovanili
missini, all’inizio dell’80 entra nei Nar (Nuclei armati rivoluzionari). Arrestata il 5 marzo dell’82 a Roma (dopo un conflitto a fuoco in cui resta ucciso un passante e lei
rimane gravemente ferita), viene condannata a 8 ergastoli per la strage alla
stazione di Bologna e per alcuni omicidi, fra i quali quello del giudice Mario
Amato (Roma, 80). In carcere ha sposato Giusva Fioravanti (85)
• «Ho subìto sentenze ingiuste, ma anche giuste» • Ha iniziato l’attività politica col Movimento sociale: «Era la mia famiglia, mi ero iscritta a quattordici anni. Poi ho capito. Erano
quelli che ci mandavano a fare a botte in piazza sperando che magari ci
scappasse il morto, così il giorno dopo il partito poteva chiedere la pena di morte. Non volevamo
sentirci complici dello Stato. Volevamo dimostrare che la nostra destra non era
stragista, che non stava al soldo dei servizi segreti, delle questure. Stiamo
parlando di un tempo malato. Non era normale che un’intera generazione crescesse seppellendo i propri amici. Non era normale che un
ragazzo crepasse mentre tornava a casa perché gli sfondavano la testa a colpi di beta 36. Sapevo che la nostra storia era a
termine: ammazzati o in galera. Ai più fortunati di noi sarebbe rimasto solo il privilegio di spiegare perché tutto questo era accaduto. Sono una sconfitta. Ma non mi sento di dissociarmi
dalla mia vita e da quegli anni. Ci sono stata dentro, ero consapevole e me ne
sono sempre assunta tutte le responsabilità» (da un’intervista di Claudio Fava del 98)
• «Qualcuno ci ha perdonato cristianamente, e noi abbiamo accettato solo in quei
termini. Non c’entrano le ideologie né la politica, sono percorsi individuali e riservati, che tali devono rimanere» (da un’intervista di Giovanni Bianconi) • Ha raccontato la sua vita in carcere ne Il bacio sul muro e altre storie (Sperling & Kupfer).