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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MAGRIS

Claudio Trieste 10 aprile 1939. Scrittore. Germanista. Insegna Lingua e letteratura tedesca all’Università di Trieste • Fra i suoi principali studi critici, Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna (era la sua tesi di laurea, poi pubblicata da Einaudi), Lontano da dove. Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (idem). Fra i suoi libri che hanno avuto maggior successo di pubblico, Danubio (Garzanti, pubblicato nel 1986 e scritto quasi tutto al tavolo del caffè Tommaseo di Trieste), Microcosmi (sempre Garzanti, premio Strega) • «Il nonno materno era Francesco de Grisogono, curiosa figura di filosofo,
matematico. Era stato ufficiale della marina imperiale austriaca pur essendo un
patriota italiano. Aveva sognato di elaborare un sistema di calcolo che
permettesse di affrontare e risolvere qualsiasi problema con rigore matematico.
Lo descrive nel suo libro Germi di scienze nuove (Guanda). Ha vissuto in una crescente malinconia vedendo appassire le sue idee.
Ma non ha mai assunto l’atteggiamento del genio incompreso. L’altro nonno era Sebastiano Magris, nato a Malnisio (Pordenone), che a 13 anni
arrivò a Trieste prima a fare l’operaio e poi l’impiegato. Era stato bersagliere. Tornato a casa in licenza durante un ballo del
paese, richiamò la nonna, che “già si parlava con lui”, al grido di “fermo il ballo”. Mantenne uno stretto legame con la campagna dove suo padre aveva pochi e amati
libri e leggeva il
Conte di Montecristo nella stalla» • «Il primo libro che ho letto è stato I misteri della giungla nera di Salgari e poi tutti gli altri. Ancora oggi con gli amici facciamo grandi
sfide sui dettagli e i personaggi dei romanzi di Salgari. “Quanto è grosso lo zaffiro che incastona l’elsa della scimitarra di Sandokan?”. Però tra le letture vorrei aggiungere Defoe, i lirici greci e cinesi. A tredici o
quattordici anni leggevo i grandi poemi epici come il Il libro dei re» (da un’intervista di Alain Elkann) • «Ho pubblicato il mio primo libro all’età di 24 anni e ho avuto la fortuna di vederlo recensito sul Corriere della Sera.
Ne sono stato subito orgoglioso, non posso negarlo, ma eravamo negli anni
Sessanta, in un periodo in cui i libri, anche se non ottenevano visibilità sui mass media, avevano comunque una loro vita, una loro dignità. Oggi, invece, un libro non recensito è, semplicemente, un libro che non esiste» (da un’intervista di Alessandro Zaccuri)
• «Ho finito l’università a Torino nel 1962. Ho avuto fior di professori: Getto, Venturi, Vincenti» • «Devo confessare di avere una vocazione cinematografica frustrata. Se il
professor Getto non mi chiamava all’Università di Torino, forse avrei frequentato il Centro sperimentale a Roma. Il raccontare
è la pittura, il cinema, il teatro» • Sono due, secondo Magris, gli elementi necessari alla nascita di un libro: il
primo è l’interesse per un personaggio, una storia, che a volte è consapevole a volte latente, il secondo è «un’occasione, una causa spicciola che fa da levatrice»: «Per quanto mi riguarda di solito c’è una piccola idea, poi una lunga gestazione durante la quale scrivo appunti,
annotazioni volanti dove mi capita, fino a quando scatta un clic e ho l’impressione che tutto ciò si coaguli intorno a qualcosa. Allora c’è una fase di scrittura selvaggia, a mano, non per snobismo ma perché il ritmo, l’intonazione li ho nella mano, non nella tastiera. Poi faccio una pausa, a cui
segue una riscrittura più attenta, un’altra pausa fino al momento della rifinitura, del controllo: qui la letteratura
assomiglia a quel vecchio banchiere di Musil che soppesa, taglia, divide»
• «Una volta i libri me li batteva a macchina mia madre» • Dal 94 al 96 è stato senatore (eletto con il movimento di centrosinistra “Trieste”): «Corrado Stajano diceva: Magris sta seduto lassù negli spalti del Senato come in castigo.