Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
Biografia di Lucio Magri
MAGRI Lucio Ferrara 19 agosto 1932. Politico. Di formazione cattolica, milita inizialmente nella Democrazia cristiana, che abbandona a metà degli anni 50 per passare al Partito comunista, da cui sarà espulso nel 69 assieme agli altri fondatori del Manifesto. Prima nel Pdup, dall’84 di nuovo nel Pci, ne esce nel 91 per aderire a Rifondazione comunista, successivamente abbandonata. Più volte deputato • «La sua biografia politica, fitta di scissioni e ricomposizioni, anche dolorose, ma sempre all’insegna di una coerenza “comunista”, s’intreccia nelle cronache giornalistiche con una vitalità sentimentale che gli valse anche qualche invidia. La lunga storia d’amore con Luciana Castellina, che per lui lasciò il marito Alfredo Reichlin attirandosi addosso l’esecrazione moralistica del Bottegone, resta una tappa fondamentale della sua vita. Un po’ meno determinante, giura chi lo conosce, fu il flirt, mai andato troppo giù ai militanti del Pci, con la regina dei salotti Marta Marzotto. Si potrebbe azzardare che le donne gli piacciano almeno quanto la politica, o viceversa. E alla politica Magri ha davvero donato tutto se stesso, sin da quando, enfant prodige cattolico poco in linea con l’atlantismo ufficiale dello Scudo crociato, seguì le orme di Mario Melloni e Ugo Bartesaghi, usciti dalla Democrazia cristiana qualche anno prima» (Michele Anselmi) • «Un formidabile rivoluzionario da salotto, Magri. Guai se per il gigot d’agneau non c’erano il purè di mele e la salsa di menta: non ci si poteva sedere a tavola. O se i chicchi di caviale non erano g-g-g… grossi grani grigi. Per il resto, si sentiva in dovere di andare a letto con chiunque. Bello, intelligentissimo e infelice. Forse perché ce l’aveva con il mondo: rimproverava al mondo intero il suo sogno di essere a fianco di Che Guevara. Impossibile fargli capire, per quanto mi riguarda, che non era colpa mia» (Marta Marzotto a Cesare Lanza).