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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

MAGNI Luigi Roma 21 marzo 1928. Regista. Tra i suoi film: Nell’anno del Signore (69), In nome del Papa Re (77), In nome del popolo sovrano (90) • Figlio di Umberto, emigrato in America e tornato nel 1915 «per combattere e liberare Trieste», e di Assunta «bellissima e innamorata»

MAGNI Luigi Roma 21 marzo 1928. Regista. Tra i suoi film: Nell’anno del Signore (69), In nome del Papa Re (77), In nome del popolo sovrano (90) • Figlio di Umberto, emigrato in America e tornato nel 1915 «per combattere e liberare Trieste», e di Assunta «bellissima e innamorata». Era un ragazzino studioso e ubbidiente, che tutti chiamavano Gigi, vezzeggiativo che gli è rimasto. Fu un fascista ortodosso: «Ero moschettiere e capo manipolo, stavo per essere promosso avanguardista quando il 25 luglio del 1943 cadde il regime». Poi, catto-comunista infelice. Dopo la Liberazione e la scomunica della Chiesa «non andavamo bene per i preti, in quanto comunisti. E venivamo guardati male al partito, perché cattolici. Ero un ragazzo triste, introverso, orfano dei genitori. Mi ha salvato il cinema» • Abita da sempre in via del Babuino, a Roma. «Una casa quasi da scapolo, che divide da quarant’anni con la moglie Lucia, scenografa e costumista. Dalla piccola terrazza sul tetto si vedono le cupole delle chiese gemelle di piazza del Popolo. Alle pareti dello studio, ritratti di patrioti ottocenteschi, collezioni di soldatini nelle vetrine, tanti libri antichi, una stampa con dedica di Bettino Craxi» (da un’intervista di Barbara Palombelli) • Inizi come sceneggiatore e soggettista con Age e Scarpelli per i maggiori registi dell’epoca. Collabora anche con Garinei e Giovannini per una serie di fortunate commedie musicali. Esordio alla regia del 1968 con Faustina. è però con il film successivo, Nell’anno del Signore (1969), che Magni definisce la sua linea espressiva: quella di raccontare Roma e la sua storia colta, i suoi aspetti farseschi e drammatici, sempre con un linguaggio chiaro e popolare. La sua trilogia più celebre racconta, attraverso le vicende umane dei Pasquino, dei Ciceruacchio, dei papi e dei cardinali, lo scontro tra il potere temporale della Chiesa («una vergogna, la vergogna civile d’Europa, come diceva Mazzini») e lo stato sognato dai patrioti • Altri suoi film famosi La Tosca (1973), Secondo Ponzio Pilato (1987), O’ Re (1988), Nemici d’infanzia (1995). Nel 1999 con La carbonara racconta la Roma papalina percorsa da fremiti giacobini di libertà e democrazia.