Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MAGNI Fiorenzo Vaiano di Prato (Firenze) 7 dicembre 1920. A suote mpo grande campione di ciclismo. È il più antico vincitore di Giro d’Italia vivente • Poca scuola perché dovette presto aiutare il padre nella sua piccola impresa di trasporti e, per aiutarlo, andava in giro in bicicletta
MAGNI Fiorenzo Vaiano di Prato (Firenze) 7 dicembre 1920. A suote mpo grande campione di ciclismo. È il più antico vincitore di Giro d’Italia vivente • Poca scuola perché dovette presto aiutare il padre nella sua piccola impresa di trasporti e, per aiutarlo, andava in giro in bicicletta. Nel 36 si iscrive all’Associazione ciclistica pavese (categoria Aspiranti), l’anno successivo È allievo, nel 37 il padre muore ma Magni continua a pedalare: nel 38 È fra i dilettanti della A.C. Montecatini Terme, nel 39 viene selezionato per il mondiale dilettanti, ma È scoppiata la guerra e deve lasciar perdere. Nel 40 vince tra l’altro (senza ancora essere professionista) il Giro della Provincia di Milano. Comincia a gareggiare come professionista nel 47, con la Viscontea. È il terzo incomodo tra Coppi e Bartali. Vince il primo Giro d’Italia nel 48 (ci sono polemiche perché È stato spinto e la penalizzazione comminatagli sempre lieve), poi infila tre Giri delle Fiandre consecutivi (49-51), quindi altri due giri d’Italia (51 e 55). Il Giro del 51 lo vince scappando a Van Steenbergen nella picchiata verso Bolzano. Quello del 55, facendosi montare gomme più grosse alla terzultima tappa in modo da poter andare in fuga lungo un tratto di strada in rifacimento. Mario Fossati: «Era un demonio. L’abbiamo ancora negli occhi: misurava le curve a centimetri». A un certo punto restò solo con Coppi, che non era in corsa per la maglia rosa (davanti a Magni in classifica c’erano Nencini e Geminiani): «Facciamo 70 km, volando verso Brescia, io davanti e Coppi dietro, come un’ombra. Ma Fausto ha un problema alla ruota posteriore”. “Un tubolare da 250 grammi che va all’inferno” borbotta Pinella De Grandi, meccanico del Campionissimo. “Una gomma che, lentamente, sviene” aggiunge. C’È una salitella sterrata, in cima Coppi si ferma, si ferma anche Magni, cinque metri davanti, come per invogliarlo. Ripartono, insieme. Magni: “A Brescia traguardo volante. Soldi. Mi scanso, Coppi passa, vince. Neanche una parola, come due muti. Fino a Ospitaletto, al rifornimento. Gli dico: ‘Dai, Fausto, siamo a metà strada’. Non mi risponde a parole, ma a pedalate: passa e tira. Lì, in quel preciso istante che non dimenticherò mai, neanche da morto, mi dico: ‘È fatta, ho vinto il Giro’”» (Marco Pastonesi) • È considerato il più grande discesita di sempre XXX È stato commissario tecnico della Nazionale, poi presidente dell’Associazione Corridori ed infine presidente della Lega del Professionismo. Nel 2004 ha ricevuto il Collare d’Oro al merito sportivo dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. vinto tre Giri d’Italia (48, 51, 55).