Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
MAFAI Miriam (Maria) Firenze 2 febbraio 1926. Giornalista. Scrive su la Repubblica • Figlia di due artisti
MAFAI Miriam (Maria) Firenze 2 febbraio 1926. Giornalista. Scrive su la Repubblica • Figlia di due artisti. Il padre Mario, pittore, fu un esponente della Scuola romana. La madre, Antonietta Raphäel, fu pittrice apolide e visionaria • «Mio padre dipingeva le cose che amava: la moglie, le sue figlie, Roma, i fiori... La lezione di piano è uno dei tanti ritratti che mi ha fatto mio padre. Ma posare per lui era un piacere, perché aveva una grande dolcezza. Potevo leggere, muovermi, ogni tanto mi richiamava: “Miriam!”, e io mi rimettevo in posa. Mia madre invece pretendeva tutto il tempo che io, Simona e Giulia, le mie sorelle, restassimo immobili. Avevano due modi molto diversi di lavorare... Lui era più pacificato, forse più sereno. Ma lei era donna, straniera, girovaga, figlia di un rabbino della Lituania, certamente la sua vita era stata più difficile» • «Comincia come funzionario del Pci in un Abruzzo ancora semidistrutto dalla guerra. Essendo suo marito, a sua volta, un funzionario del Pci addetto al lavoro internazionale lo segue a Parigi nel 57, con due bambini che intanto le sono nati. Maria Antonietta Macciocchi, conosciuta durante la Resistenza, la fa diventare corrispondente di Vie Nuove con un modico compenso “a borderò”. Primo servizio: un resoconto della visita di Elisabetta d’Inghilterra all’Eliseo. Articolo che a Macciocchi non piace: poche notizie. Ma rientra in quello stesso arco di tempo uno dei pochi lavori che la protagonista non disdegni di rievocare quasi come uno scoop. Appena conosciuto a un congresso del Psi un giovanotto che la colpì per la sua disinvolta destrezza, scrisse: “I dirigenti socialisti di domani saranno come questo giovane”. Una profetessa. è faticoso lesinarle la qualifica, poiché quel congressista si chiamava Bettino Craxi. Nel 58 Miriam è nella redazione romana dell’Unità. Stipendio: 80 mila mensili. Qualifica: impiegata. Nel 61, è redattore parlamentare» (Nello Ajello) • «Scrisse, fra l’altro, sulla crisi del governo Tambroni. Poi fu per cinque anni a Paese Sera» (Laura Lilli) • «La stampa di partito, la fatica dei comizi e le elezioni lasciano il posto al professionismo, quando Eugenio Scalfari fonda la Repubblica. Miriam Mafai ne diventerà una delle firme più originali e inquiete • «Se la realtà cambia, cambio idea» (Gianni Riotta) • Separata con due figli (Luciano e Sara Scalia, lui sindacalista lei giornalista), agli inizi degli anni Sessanta incontrò Giancarlo Pajetta (24 giugno 1911—13 settembre 1990): «Con lui ho vissuto trent’anni e gli rispondevo male quando da Savonarola mi prendeva in giro: non ti vergogni di vivere in una casa così grande? Grande la mia casa di centoventi metri quadrati? Quando Pajetta morì nel 1990 vennero a salutarci tanti amici e una serie di personalità. Notai nei loro occhi una punta di meraviglia: come, un alto dirigente del Pci come Pajetta viveva in una casa così modesta? Franco Carraro non si trattenne e mi manifestò lo stupore» (da un’intervista di Dino Messina).