Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
LUXURIA
Vladimir (Wladimiro Guadagno) Foggia 24 giugno 1965. Drag queen. Politico. Eletto deputato nelle elezioni del
2006 nelle liste di Rifondazione comunista • «Sono l’unica trans nella storia parlamentare europea. C’è solo il caso di Georgina Beyer in Nuova Zelanda. In India invece i trans sono
una casta riconosciuta, gli Hjira, che ha dato un sindaco a Gorakhpur. Le
nostre figure in altre civiltà erano rispettate e magiche. è stato il colonialismo a condannarci» • «Per prima cosa, bisogna mettere in chiaro il genere. Evitare il giochino
scontato. Roba tipo, Vladimir Luxuria è nata/o a Foggia nel 65 ed è candidata/o con Rifondazione comunista. E per mettere in chiaro il genere,
serve la premessa: Vladimir è un uomo, ha il corpo di un uomo ma è transgender, non un semplice travestito, ma un uomo che dentro si sente donna,
si veste da donna e vive da donna. Soprattutto da donna. “Se usi il femminile sono più contenta. Se usi il maschile sono contento lo stesso”» (Mattia Feltri)
• «Sono nato a Foggia, in un quartiere popolare. Mamma aveva 18 anni, è rimasta incinta e ha fatto un matrimonio riparatore. Papà era un camionista, nostalgico del Duce ed elettore di Almirante. A 12 anni ho
capito che mi piacevano i ragazzi, allora sono diventato chierichetto e ho
deciso che da grande avrei fatto il prete» (da un’intervista di Alessandro Gilioli) • Da un suo curriculum: «Destinato a nascere a Hollywood, per un’incidentale tromba d’aria la sua cicogna è stata dirottata a Foggia. Con il passare degli anni il piccolo Vladimir
sviluppa una certa invidia per le gonne, le mutandine ricamate, orecchini e
suppellettili femminili delle sue due sorelline. Unisce la militanza per le
libertà sessuali allo spettacolo. 93: organizza Muccassassina. Dal 94 partecipa a tutti
i Gay Pride, cantando a fine manifestazione»
• «Vladimir pronunciato alla slava, per recuperare il significato originario del
nome, che allude alla “potenza della pace”. Per molti è solo un trans. Ma la definizione gli sta stretta. “Più che un trans sono una drag queen, un efebo mediterraneo, anzi un transgender.
Amo assumere comportamenti al di là del genere stabilito dagli altri, dall’identità edu-castrante imposta da una società ancora clerico-fascista”. Se un giorno qualcuno scriverà la storia del movimento gay in Italia, un capitolo a parte dovrà riservarlo a Vladimir Luxuria e alla sua Muccassassina. Chiassosa festa en
travesti nata per finanziare il Circolo omosessuale Mario Mieli, e via via
trasformatasi in un fenomeno di tendenza, anche eterosessuale, capace di
attrarre il mondo dello spettacolo e della politica. Il titolo fu ispirato dal
luogo: se la prima edizione non si fosse svolta al Villaggio globale, nella
zona dell’ex mattatoio di Testaccio, chissà come l’avrebbero battezzata. Padre camionista, madre casalinga, due sorelle e due
fratelli, laurea in Lingue con 110 e lode, una spiccata tendenza alla messa in
scena sin da bambino, quando indossava le scarpe col tacco di mammà e passava il rossetto sulle labbra destando qualche perplessità nel parroco della chiesa di Santo Stefano, Luxuria oggi è un’istituzione dell’Orgoglio Gay. Non tutti, nell’ambiente omosex, lo amano, ma lui fa spallucce. “Molti gay non vogliono farsi rappresentare da noi trans e drag-queen. Ci trovano
esagerate, sconvenienti, folcloristiche, trash. Io rispondo che una categoria
appena sdoganata non dovrebbe creare nuove forme di discriminazione”. Risultato: nel 95, al Gay Pride di Bologna, Franco Grillini lo accolse con
qualche titubanza sul palco. Dietro l’esibizionismo isterico e sculettante, a uso e consumo della platea, si cela
anche una condizione umana ricca di sfumature, di letture colte. E di ferite
personali: come scegliere di prostituirsi, appena sbarcato a Roma nell’85, per pagarsi - dice - i testi universitari. “Il marciapiede, per noi, talvolta è una scelta obbligata”» (Michele Anselmi)
• «Un giorno ero in sacrestia con un ragazzo un po’ più grande di me a sistemare i paramenti. Nell’armadietto del prete abbiamo trovato una damigiana di vino per la comunione, ce
lo siamo bevuto e ci siamo sbronzati. è arrivata così la mia iniziazione sessuale. Parrocchia di Santa Lucia, a Foggia» • «Ha lunghe mani bianche, curate, parla con tono di voce basso» (Silvia Fumarola).