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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LUNARDI

Pietro Parma 19 luglio 1939. Imprenditore. Politico. Ministro dei Lavori pubblici del
Berlusconi II. Senatore. Di Forza Italia • «È il contrappasso del governo Berlusconi. Nel senso che incarna la corrispondenza
della pena alla colpa. La colpa non v’È chi non la rammenti. La sera del 18 dicembre 2000, mentre gli italiani
preparano in letizia l’albero di Natale, il candidato premier Silvio Berlusconi, complice Vespa, si
presenta in televisione, munito di lavagna, gessetti e cartine geografiche, per
annunciare che ha trovato l’uomo che farà grande l’Italia con le grandi opere, l’uomo che spenderà 180 mila miliardi di lire senza colpo ferire e farà della Penisola il paradiso mondiale delle infrastrutture. Altro che Giappone e
California. Strade, autostrade, raccordi, ponti, ferrovie, aeroporti. Ma
soprattutto tunnel. È lui, l’ingegner Lunardi, progettista esperto, oltre che di tunnel, di ambulacri
ministeriali fin dai tempi dei ministri dei Lavori pubblici democristiani,
socialisti e socialdemocratici che viene nominato in diretta Capocantiere del
futuro governo di centrodestra. Al ministero, dove alligna la burocrazia
diciamo più smaliziata d’Italia, trasecolano e poi sghignazzano in diretta: ma È lui, proprio “El Talpa”, l’uomo dei buchi? Se non ci fosse Berlusconi, spetterebbe a lui, all’ingegnere di Parma, l’intreccio più straordinario di parole al vento e conflitti d’interesse. Cominciò prima ancora di essere nominato ministro dichiarando che finalmente bisognava
tornare allo spirito dei “grandi costruttori”. Nicolazzi? Gaspari? I palazzinari? Il Berlusconi di Milano2? No, i faraoni,
Cheope, quelli senza i quali “non si sarebbero fatte le Piramidi, la Grande Muraglia, i templi maya”» (Alberto Statera)
• «Da liberale (“la mia famiglia ha sempre votato per Malagodi”, ha giustamente fatto considerare) ha risposto “signorsì” ad ogni richiesta di aiuto. Così Giovanni Goria, capo del governo durante la felice stagione del costruttore
democristiano Edoardo Longarini, lo volle suo consigliere a Palazzo Chigi; l’indimenticabile Remo Gaspari suo braccio destro per la questione Valtellina; e
fu consulente per i grandi rischi durante il regno di Vito Lattanzio, altro
diccì da enciclopedia. L’ha chiamato persino Rutelli, quando c’era da progettare la linea B della metropolitana di Roma» (Antonello Caporale).