Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
LUCHERINI
Enrico Roma 1933. Press agent • Dopo aver frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica ed essere stato due anni nella compagnia dei Giovani, divenne
press agent su consiglio di Rossella Falk per la commedia D’Amore si muore di Giuseppe Patroni Griffi • «Una solida famiglia borghese alle spalle è in molti casi una sicurezza per diventare un ribelle. Ma Tommaso e Maria
Giuseppina erano così perbene, così compiti, così in regola con la loro tipologia sociale, che mai nella ricca società romana che negli anni 60 si era insediata ai Parioli si poteva pensare che quel
figliolo era loro. Loro che avevano Mario, che come il papà aveva fatto il medico e come papà doveva diventare primario. Uno dei più famosi della città. Anche per Enrico i genitori avevano la stessa strategia: facoltà di Medicina, laurea, bella mogliettina e via andare, come tutti i ragazzi
borghesi del dopoguerra. Non andò così: il piccolo Enrico li fece penare. Non sapevano più che fare. Lui infrangeva tutte le regole, con quella faccia di tolla e quella
battuta pronta che lo rendeva il più simpatico di tutti. Disse a mamma e papà che frequentava la facoltà di Medicina e dopo due anni mollò tutto per iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica. Non era portato, ma diventò amico di tutti. Quando Romolo Valli, Rossella Falk, Giorgio De Lullo e Anna
Maria Guarnieri fondarono i Giovani lui era con loro. Finché a Civitavecchia gli fecero lo scherzo perfido di inchiodare, sul palcoscenico,
tutto quello che doveva toccare. Doveva prendere il bicchiere, ma era
inchiodato, immobile anche la tazza e la sedia. Uno scherzo che lo fece
avvampare. Dopo quei dimenticabili esordi in scena, è diventato il più famoso press agent italiano, il predecessore di tutta la sterminata categoria
di pierre che si aggira nella penisola» (Lina Sotis)
• «Cosa sarebbe il cinema senza il pettegolezzo, senza la chiacchiera? Una noia
mortale. Chi sarebbe Rita Hayworth se qualcuno non avesse piazzato la nuvola di
Hiroshima dietro le sue gambe, soprannominandola l’Atomica? Quando il gossip non c’è bisogna inventarlo, e ho inventato tante di quelle storie...» • «Visconti mette in scena Il giardino dei ciliegi e vuole fiori freschi, Lucherini inventa che gli alberi arrivano, ogni cinque
giorni, dal Giappone. Non è vero, ma tutti ci credono. Si gira Il Gattopardo e una voce suggerisce che tutti gli oggetti, perfino le bretelle, siano della
casata Tomasi. Verosimile, ma falso» (Corriere della Sera).