Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LUCARELLI

Cristiano Livorno 4 ottobre 1975. Calciatore. Del Livorno • Capocannoniere del campionato 2004—2005. Qualche presenza (con gol) in Nazionale. Ha giocato anche con Perugia,
Cosenza, Padova, Atalanta, Valencia, Lecce, Torino. «Ci sono calciatori che si regalano case, Ferrari e viaggi di lusso. Io ho
preferito regalarmi il Livorno» • Nell’estate 2006, venduto per nove milioni dal presidente del Livorno Spinelli ai
russi dello Zenit, ha fatto saltare l’affare all’ultimo giorno, benché a lui fosse garantito un triennale di tre milioni di euro a stagione. Secondo
Luca Salvetti (Repubblica) nel giorno stabilito per la partenza lui e la moglie
Susanna si sono guardati negli occhi e hanno capito che non era il caso di
rinunciare alla maglia amaranto • «È gravemente malato di calcio: tifoso da sempre del Livorno, quando giocava col
Torino È stato capace di farsi squalificare durante una partita contro il Lecce pur di
andare allo stadio a vedere il fondamentale derby col Pisa la domenica dopo. E
durante un Torino-Roma, seguì la decisiva sfida per la promozione in B degli amaranto affidandosi ai segni
della moglie che stava in tribuna. Lucarelli È anche il centravanti-scandalo che sotto la maglia della Nazionale Under 21, il
27 marzo del 97, mise una T-shirt con la faccia di Che Guevara - il simbolo
delle Brigate Autonome Livornesi - segnò un gol alla Moldavia e, festeggiando alla maniera di Ravanelli, la mostrò a tutti in diretta tv. “Non era un gesto politico”, spiegò subito dopo. Certo che no: era un gesto da ultrà. All’epoca il presidente della Federcalcio, Luciano Nizzola, accettò per buona la spiegazione e dichiarò che se il simbolo degli ultrà livornesi fosse stato Papa Giovanni, sulla maglietta di Lucarelli ci sarebbe
stato Papa Giovanni. Non convinse nessuno, per fortuna. Il centravanti ci
scherzò sopra: “Se al posto di Che Guevara ci fosse stata Moana Pozzi sarebbe successa la stessa
cosa”. Comunque da quella sera la maglia azzurra praticamente non la vide più. La storia più recente del bomber che ha riportato il Livorno in serie A È nota. Con un po’ di fatica, il presidente Spinelli riuscì a strappare al Torino il campioncino dalle molte promesse non sempre mantenute
(anni fa, quando giocava con la Nazionale olimpica e con l’Under 21 si parlava di lui come di un’alternativa a Vieri e Inzaghi). Pur di far concludere l’affare Lucarelli si dimezzò l’ingaggio (
800 mila euro invece di un milione e tre - ndr) e in questo modo riuscì dopo dieci anni di onesta carriera a giocare finalmente nel suo stadio. All’Armando Picchi ci aveva messo piede la prima volta a 18 mesi, sulle ginocchia di
suo padre, che all’epoca faceva il portuale. Di recente, a mo’ di ringraziamento, ha comprato una Mercedes al genitore, ma ha faticato non
poco per convincerlo ad abbandonare la vecchia 126, oltretutto scomoda per un
omone di un metro e novanta. Uomini d’altri tempi. Il resto È tutto Nick Hornby, I diari della motocicletta, Paolo Virzì, quello che vi viene in mente. Lucarelli ha imparato a giocare a pallone nelle
strade del suo quartiere, Sciangai» (Alberto Piccinini) • Anche il fratello minore Alessandro È calciatore (hanno giocato insieme nel Livorno).