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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LUCARELLI

Carlo Parma 26 ottobre 1960. Scrittore. Conduttore tv. «Scrivere un noir è come osservare qualcosa stando a mezz’aria» • Tra i romanzi: L’estate torbida (91), Via delle oche (premio Mistery 96), Indagine non autorizzata (93), Almost Blue (97), Il giorno del Lupo (98), L’isola dell’angelo caduto (99), Laura di Rimini (2001). In tv è noto soprattutto per il programma di Raidue Mistero in blu • «Un professionista metodico (“prima di iniziare a scrivere vado in biblioteca e comincio a leggere tutte le
collezioni di giornali degli anni che mi interessano”), un meticoloso cronista di nera (lo è stato) che sa battere la pista (“la maggior parte del tempo sei fuori a parlare con la gente”). Uno scrittore, anzi un narratore, che sforna a ritmi da catena di montaggio
romanzi e racconti, ordinatamente suddivisi in gialli classici e noir, serie
televisive, sceneggiature tratte dai suoi libri. Che ha un sito Internet di
precisione maniacale, che viene anche qualche brivido a scorrerlo — lo scrittore seriale e il killer seriale saranno mica parenti psichici? — dove stanno ben ordinate le interviste concesse e una bibliografia che nella
forma completa (c’è anche la versione minima, per i pigri) occupa dieci fogli formato A4,
praticamente la tesi di laurea su di lui è già fatta. E in più le notizie, i tic, i mirabilia ufficiali, allineati come un serial killer
allinea le ossa. Perché il giallista è una professione a tempo pieno, ci vuole del metodo se non si vuole gettare
tempo e denaro. Per non parlare del talento, che non è una risorsa infinita. Carlo Lucarelli è innanzitutto un metodo» (Maurizio Crippa)
• «Sul giallo c’è questo tormentone ciclico per cui non sarebbe letteratura. Ci è tornato, di recente, Filippo La Porta. In questi casi mi coglie una stanchezza
tremenda, mi viene da rispondere: sì, giusto, il giallo non è letteratura, è genere. E non ci sono più le mezze stagioni» • «Comincio al mattino verso le 11, se posso non interrompo per il pranzo. Le ore
buone arrivano verso le 4 del pomeriggio. Quando azzecco una buona frase mi
alzo, vado a farmi un caffè con la macchinetta espresso, guardo un minuto di televisione. Correggo sullo
schermo, rivedendo ogni mattina il lavoro del giorno prima. Se non è tutto a posto non riesco a proseguire. Sono sempre in ritardo, l’editore mi strappa di mano il manoscritto. O mi sequestra, com’è accaduto per
Un giorno dopo l’altro» (da un’intervista di Mariarosa Mancuso) • è figlio di Guido.