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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LOTITO

Claudio Roma 9 maggio 1957. Imprenditore. Noto soprattutto come presidente della Lazio
(dal 19 luglio 2004, il 26°) • È a capo di una serie di aziende, con un totale di oltre 6.000 dipendenti. Le sue
società più importanti sono imprese di pulizia e manutenzione: nell’87 fonda la Snam Lazio Sud, più avanti Linda Aurora e Bonadea. Inoltre È titolare di un istituto di vigilanza, il Roman Junior Security, e di un’impresa di termogestione; controlla anche società nel settore delle costruzioni • «È partito da lontano. Già nei primi anni Novanta, agli sgoccioli della Prima Repubblica, si occupava di
pulizie. Nel 92 il giovane imprenditore inciampò in un’inchiesta della magistratura sugli appalti alla Regione Lazio, che, a quei
tempi, proprio come adesso, era il suo principale cliente. Venne anche
arrestato, ma la vicenda si chiuse senza conseguenze gravi. Come È accaduto per l’indagine su un giro di fatture false concluso per intervenuta prescrizione.
Questi inciampi non hanno pesato sulla carriera di Lotito. Ha sposato Cristina,
figlia di Gianni Mezzaroma, esponente di una delle più note famiglie di costruttori romani. In politica ha saputo accreditarsi negli
ambienti più diversi. Una scelta in un certo senso obbligata: le sue aziende sono cresciute
grazie al rapporto con gli enti pubblici, per lo più con base a Roma. Un breve elenco di clienti passati e presenti comprende la
Regione Lazio, la Provincia di Roma, l’Acea, il policlinico Tor Vergata, alcune Asl capitoline, l’Azienda ospedaliera Spallanzani, il policlinico Sant’Andrea. Anche la Guardia di Finanza (per la precisione i reparti speciali dello
Scico) si È affidata alle imprese di pulizia di Lotito. Impossibile, allora, fare a meno
dei legami con la politica. E così, se il centrodestra tifa apertamente per lui, a sinistra il sindaco capitolino
Walter Veltroni non ha certo ostacolato la scalata alla Lazio» (Vittorio Malagutti)
• «“È doveroso moralizzare questo ambiente. Qui ho trovato più prenditori che imprenditori, più magnager che manager”. Claudio Lotito si presentava così. Il mondo del calcio sorrideva, ironizzava, ma lui non se ne curava. Ribatteva
con battute fulminanti pronunciate con aria cupa: “Quando ho preso i due gemelli Filippini pensavano che mi servissero per pulire
casa, adesso avete visto...”. Il tutto e il contrario di tutto, da equilibrista della vita e dell’imprenditoria. Lavoratore instancabile e sottotraccia, salito alla ribalta all’improvviso quando staccò l’assegno da 18,2 milioni di euro col quale salvò la Lazio da morte certa (in realtà si trattava di un credito girato dalla Regione Lazio). Mai sfiorato da un
dubbio. Ma bisogna capirlo: lui È quello che ha ottenuto per la Lazio una rateizzazione fiscale fino al 2028, a
un miliardo di vecchie lire al mese. Provate voi a chiedere una rateizzazione
in ventitré anni delle multe per divieto di sosta, poi ne riparliamo. Sono già leggenda l’imitazione di Max Giusti, i suoi cinque cellulari, le arringhe in latino ai
giocatori (e Di Canio gli avrebbe risposto “populus tuus te acclamat”») (Mattia Chiusano)
• Per molto tempo ha proibito ai giocatori di parlare con la stampa e ha fatto lui
stesso il giro di tutte le trasmissioni televisive della domenica e del lunedì. Detto perciò Lotutto. Finito poi nell’inchiesta Calciopoli, È stato multato di 30 mila euro e inibito per due anni e mezzo. La Lazio È stata a sua volta sanzionata di 30 punti sulla classifica 2005-2006 e di 11 su
quella 2006-2007 (vedi anche MOGGI Luciano).