Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
LOMBARDI
Federico Saluzzo (Cuneo) 29 agosto 1942. Sacerdote gesuita. Giornalista. Direttore della
Radio vaticana, del Centro televisivo vaticano, della Sala stampa vaticana (dal
luglio 2006, prendendo il posto di Joaquin Navarro Valls) • «Funzionario discreto, tipo banchiere svizzero, che fa dell’essere poco visibile il suo vanto. Carattere sereno, riservato, cortese e
tranquillo, è un gesuita di estrema simpatia umana, ma cavargli di bocca una qualche “indiscrezione” è operazione impossibile. Efficiente, di poche parole, pronto ad aiutare, ma
tendenzialmente silenzioso quando si arrivano anche solo a sfiorare gli affari
di stato vaticani o la persona del pontefice. Il suo curriculum è di tutto rispetto. Ha preso la licenza in Teologia all’Istituto superiore dei Gesuiti a Francoforte sul Meno, ma ha anche una laurea in
Matematica. Ordinato sacerdote nel 73, quattro anni dopo è diventato vicedirettore della prestigiosa rivista Civiltà Cattolica e dal 84 al 90 è stato a capo della Provincia Italia della Compagnia di Gesù. Nipote del “microfono di Dio”, quel padre gesuita Lombardi che infiammava i cattolici italiani del dopoguerra
con arringhe anticomuniste, Federico non ha ereditato nulla in protagonismo.
Semmai il suo approccio razionale e calmo alle cose gli viene da quel Vallauri,
di cui è nipote per parte di madre, studioso di elettronica e di elettromagnetismo,
croce di generazioni di studenti per la terribile “equazione di Vallauri”» (Marco Politi)
• «Nel 91 viene chiamato alla direzione dei programmi della Radio vaticana, di cui
dall’anno scorso è direttore generale; dal 2005 è anche direttore generale del Centro televisivo vaticano. è stato un protagonista della lunga “querelle” sull’inquinamento elettromagnetico delle antenne dell’emittente a Ponte Galeria» (Marco Tosatti) • «è un membro di quella Compagnia di Gesù che negli ultimi decenni non sembra aver goduto di particolare rilievo all’interno della Chiesa, sia perché nell’attuale stagione ecclesiale si dà maggior importanza ai movimenti laicali che alla presenza dei religiosi
consacrati, sia perché i gesuiti esprimono in genere una visione aperta del rapporto Chiesa-mondo che
non sempre è stata condivisa da alcuni ambienti vaticani» (Franco Garelli).