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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LOLLOBRIGIDA

Gina Subiaco (Roma) 4 luglio 1927. Attrice. Tra i suoi film: Pane amore e fantasia, Pane amore e gelosia (53 e 54, entrambi di Luigi Comencini). «La rivalità con la Loren? L’ha creata quella che è arrivata dopo, è chiaro» • «L’umanità, a suo tempo, si è compiaciuta perché l’Italia ha dato al mondo, oltre a Leonardo da Vinci e al duomo d’Orvieto, anche il seno di Gina Lollobrigida» (Enzo Biagi) • «Prima espressione dello star-system nazionale, attrice per cui Blasetti inventa la definizione di “maggiorata”, per qualche tempo riesce a diventare l’ambasciatrice del cinema italiano proprio grazie ai doni di cui la natura l’ha dotata. Così ad esempio la presenta la pubblicità francese per il lancio di Fanfan la Tulipe di Christian-Jacque: “L’ovale del viso rasenta la perfezione e sottolinea le guance alte e brillanti. La
carnagione non ha eguali: un campo di gigli e rose. Gina Lollobrigida, figlia
del sole è bellissima e piena di talento”. Il talento, per la verità, è un fattore quasi irrilevante nel determinare la rapida e irresistibile ascesa
dell’attrice, mentre la sua bellezza è decisamente superiore alle concorrenti (“è talmente bella da suscitare indignazione” ha scritto Adriano Baracco). Convivono a lungo, nelle sue interpretazioni, e si
scontrano, connotati e attributi piccolo borghesi, nei quali si ritrovano tutte
le tensioni, le ipocrisie e i desideri trasgressivi del bovarismo di provincia
e la bellezza innocente dell’ideale dell’eterno femminini. Ma il suo capolavoro è nella figura della Bersagliera di
Pane, amore e fantasia» (Giampiero Brunetta) • «Il ruolo della “bersagliera”, la prosperosa ragazzotta di campagna, che Luigi Comencini le aveva cucito
addosso in Pane, amore e fantasia, le stava come un vestito su misura. Però furono i film venuti dopo — La romana (54), Salomone e la regina di Saba (59), Venere imperiale (62), Un bellissimo novembre (69) — a consacrare Gina Lollobrigida diva. Tanti successi decretati dal pubblico, ma
spesso accolti con scarso o nessun favore dalla critica. Nella sua vita
privata, in sintesi, hanno trovato posto numerosi corteggiatori (fra cui il
produttore americano Howard Hughes, il chirurgo sudafricano Christian Barnard e
perfino il líder máximo Fidel Castro), un matrimonio fallito (col medico mancato Milko Skofic), un
figlio (Milko jr.) e interessi artistici oltre il cinema (fotografia,
scultura). Per la televisione è stata un affascinante Fata Turchina
nel Pinocchio di Luigi Comencini (72)» (Lina Coletti) • «Il padreterno mi ha dato molti talenti. Nella mia famiglia o pazzi o artisti.
Una mia zia è morta in manicomio, ma un prozio dipingeva a San Pietro e un altro, amico di
Trilussa, ha riscritto la Divina Commedia in chiave comica» • «Anche gli errori sono preziosi. Ti rendono forte come le difficoltà, i colpi bassi, le tragedie. Per esempio, la guerra. Il primo bombardamento:
con io che sto alla finestra, mia madre che mi prega di allontanarmene, e gli
aerei che passano e ripassano, là sopra, quasi con monotonia. C’eravamo abituati, non credevamo più, ormai, che potessero sganciar bombe. E invece accadde. Vidi la casa di fronte
sbriciolarsi in un attimo. Vidi mia madre portarsi le mani agli occhi come per
difendersi. E fu il caos. E, dopo il caos, la fuga. Dodici giorni per arrivare
a Firenze con lo spettro della morte sempre vicino, eppoi là quasi la fame e, dopo, il ritorno, e il dover ricominciare da zero, il non aver
più nulla, il vivere in sei in una stanza, l’alzarsi all’alba per andare a scuola cambiando il tram in continuazione, attraverso una città devastata, martoriata, sgomenta. Insomma, il primo choc, il primo passo verso
la saggezza»
• «Il cinema per me è stato uno scherzo del destino. Studiavo all’Accademia, avevo in mente la pittura e la scultura che, infatti, ora ho ripreso,
mettendoci dentro quello che ho imparato in 50 anni di recitazione. La scelta
artistica era il canto, ero soprano lirico, come si sente nella Donna più bella del mondo, ma era un impegno totale. Ero giovane, carina, i registi mi fermavano per
strada e io accettavo qualche particina per pagarmi gli studi. Con Silvana
Mangano correvamo di qua e di là per fare le comparse a mille lire al giorno. La mia vita non era il cinema,
allora non mi sembrava quella vera arte che per me era la figurativa» • «All’epoca di Pane amore e fantasia non ero per niente sicura di fare la carriera cinematografica, facevo l’attrice per raccogliere qualche soldo, ma volevo coltivare il mio talento di
pittrice e scultrice. C’è voluto De Sica per convincermi. Mi disse che, se avessi messo nel cinema solo
un po’ dell’entusiasmo che avevo per la scultura, avrei fatto una carriera formidabile». Il film, campione di incassi, vinse nel 54 l’Orso d’oro a Berlino ed ebbe un seguito: Pane, amore e gelosia, ancora interpretato dalla Lollo, che superò gli incassi del primo: «Rifiutai di girare il terzo capitolo, Pane, amore e... (poi interpretato da Sofia Loren, ndr), preferendo di interpretare La donna più bella del mondo con Vittorio Gassman e anche quello fu il successo dell’anno» • «De Sica ha rappresentato l’incontro critico della mia carriera. La fiducia che avevo in lui era assoluta.
Insieme ci divertivamo come pazzi. Mi chiedeva di camminare in equilibrio su un
filo e io glielo facevo. Mi diceva: devi piangere ma col fischio, e io piangevo
col fischio. Ordinava: sali sull’asino ma volando, e io salivo volando» (da un’intervista di Laura Laurenzi) • «Altro che divismo: studiavo, mi calavo nel personaggio. Me ne ha dato
pubblicamente atto Italo Calvino, mica uno qualunque, uno degli sceneggiatori
della Romana» • Suo film preferito: «Mare matto, con Belmondo, in cui facevo la parte di una brutta da mettere paura. Anche
tirchia, zitella e vergine. Come mi sono divertita. Ho potuto toccare con mano
fino a che punto mi potevo trasformare» • «L’occasione che ho sempre inseguito tra 60 film non l’ho mai avuta. Ad un certo punto sono invecchiata e il cinema, si sa, serve solo
le giovani» • «Non ho dato il meglio, selezionavo e rifiutavo molto. è stata una carriera senza aiuti e senza un marito produttore, complicata dal mio
carattere di donna incorruttibile, che non accetta compromessi, che non paga
articoli, che ha avuto il coraggio di litigare con Rizzoli, che sulle ragioni
artistiche non si tira indietro» • «Anche Dalì mi propose di posare per lui. Certo, mi ricordo di Castro che mi portò a spasso per Cuba per 12 giorni, come in un film. Mi sembrò una persona fragile, timida, al contrario dell’apparenza. Era il periodo in cui il comunismo ci sembrava buono...» • «Ho fatto le mie scelte, non mi andava di stringere la mano ai presidenti di
Paesi come il Cile o il Sudafrica. Poi caddi in un piccolo errore presentandomi
per la Dc alle europee: credevo di poter aiutare i bambini ma avevo fatto male
i conti, non è proprio un mestiere per me» (da un’intervista di Maurizio Porro) • Nell’88 in onda su Canale5 un remake de La Romana (tratto sempre da Moravia) con la regia di Patroni Griffi, e la Lollobrigida
stavolta nella parte della madre di Adriana. Tre puntate. Adriana era
interpretata da Francesca Dellera. Divertente rivalità tra le due.