Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
LOI Duilio Trieste 19 aprile 1929. Ex pugile. Ha esordito nel professionismo tra i leggeri nel 48. Campione italiano dal 52 ed europeo dal 54, titolo che ha difeso otto volte
LOI Duilio Trieste 19 aprile 1929. Ex pugile. Ha esordito nel professionismo tra i leggeri nel 48. Campione italiano dal 52 ed europeo dal 54, titolo che ha difeso otto volte. Nel 59 è diventato campione europeo dei leggeri (contro Johansen), poi il 1 settembre 60 divenne campione del mondo dei welter jr battendo Carlos Ortiz, dal quale era stato sconfitto nel primo match a San Francisco in giugno. Difese il titolo contro Ortiz nel maggio 61 e poi contro Perkins nell’ottobre. Sconfitto dall’americano nella rivincita di Milano nel settembre 62, si affermò definitivamente il 15 dicembre. Poi l’addio alla boxe. Il suo bilancio è di 126 match disputati, 90 vittorie ai punti, 25 per ko, 8 pareggi, tre sconfitte (contro Johansen, Ortiz e Perkins, sempre poi battuti nella ripetizione). Non ha mai perso sul ring un titolo italiano o europeo. Da campione del mondo dei welter jr difese tre volte anche l’europeo dei welter. Memorabili anche le sue difese del titolo europeo e italiano dei leggeri contro Visintin (54) e Garbelli (55), e la difesa dell’europeo dei welter contro Manca (62) • «Sono figlio di un marittimo, un capomacchina iscritto nel libro di bordo del Lloyd triestino, silurato nel Mediterraneo su un mercantile che navigava in convoglio verso l’Africa. Sono nato a Trieste nel 29. Ci siamo trasferiti a Genova, nel quartiere di Terralba. Ho quindici anni, frequento le scuole dei padri Emiliani. è una domenica del 43. Mi avvicinano due carabinieri. Chiedono di mia madre. La mamma non c’è, è uscita. “Sei figlio unico?”, mi fa il più avanzato in grado. Sono l’unico figlio maschio. “Debbo darti una brutta notizia. Tuo padre, affondato sul Campobasso, è morto in mare. Sarai tu il capo di casa” e mi dà un buffetto sulla guancia. Mi ha preso una rabbia cieca, il rancore di non sapere, un’ombra nera davanti agli occhi: perché?» • «Vittorio, suo padre, era sardo. Secondo Duilio, un personaggio salgariano. Aveva sposato una triestina, una “muleta” di 17 anni, cucitrice presso la sartoria di un cagliaritano, Mario Lopez» (Mario Fossati). Il nome Duilio viene dal celebre incrociatore che, nella guerra 15-18, tenne in scacco mezza flotta austriaca • «Sono arrivato subito alle soglie del titolo europeo, a Copenaghen, a casa di quella carognetta di Johansen, a preparazione però incompiuta e con un contratto non perfezionato cosicché la borsa mi giunse stenta e dispersa in tanti rivoletti incontrollabili. All’asciutto, in bolletta, io, “il miglior virgulto del pugilato nazionale”, dovetti ricorrere alla “Porta di Vacca”, alla compagnia degli scaricatori di porto, che distribuiva la mano d’opera. A cavalcioni sulle assicelle sospese alle strutture esterne della nave, toglievi con il martello le alghe selvagge, e gli davi sopra una passata antiruggine. La pelle delle mani bruciava. Io vengo di là».