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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LISI Virna (Pieralisi) Ancona 8 novembre 1936. Attrice. Nastro d’argento (come miglior attrice non protagonista) e Palma d’oro a Cannes per La regina Margot (95), Nastro d’argento come miglior attrice protagonista per Va’ dove ti porta il cuore (97)

LISI Virna (Pieralisi) Ancona 8 novembre 1936. Attrice. Nastro d’argento (come miglior attrice non protagonista) e Palma d’oro a Cannes per La regina Margot (95), Nastro d’argento come miglior attrice protagonista per Va’ dove ti porta il cuore (97). «Ho fatto la bella per molti anni, interpretare una brutta è una goduria. Bisogna costruirla tutta. Avere una faccia completamente diversa» • «Interprete di rango, per anni “punita” dal cinema per la sua bellezza - ha cominciato ad ottenere i ruoli che davvero le piacevano intorno ai quarant’anni, un’età in cui di solito le attrici vengono messe in soffitta. Al cinema arrivò appena quattordicenne: “Cominciai con un film acqua, sapone e canzonette ...E Napoli canta, con Giacomo Rondinella. Fu lui, che era figlio di un amico di mio padre, ad avere l’idea di farmi recitare. Papà fece qualche difficoltà, volle che fossi sempre accompagnata, ma al dunque disse di sì. Così ebbi l’occasione di sfuggire alla scuola, che detestavo”. Da suo padre, che era rappresentante, “più bello di Clark Gable”, ha preso l’altezza e la figura. Da sua madre ha ereditato gli occhi chiari e i capelli biondi cui tante volte ha rinunciato per ragioni di copione: “Germi mi volle castana, Brusati rossa e con le lentiggini, la Cavani mi ha spenta e ingrigita per il ruolo della sorella di Nietzsche. Era il 77 e solo allora - dopo più di vent’anni di mestiere - la critica si accorse che sapevo recitare. Fui definita ‘una rivelazione, ‘inaspettata’, ’sorprendente’”. Una vita di cinema e di teatro: ha recitato con Strehler e con Squarzina senza mai perdere d’occhio la famiglia. “Ho cercato di essere una di quelle mogli e di quelle madri che vogliono esserci sempre, diventando il motore, il perno della vita di casa”» (da un’intervista di Patrizia Carrano) • Quanto ha contato la bellezza? «Tanto. Sono stata fortunata, è un dono di natura. Mai credere a quelle che dicono “è stato un ostacolo”. Macché ostacolo e ostacolo, se sei bello la vita è più facile. Da piccola a scuola ero un disastro, ma la maestra diceva a mia madre: “Che le importa signora, sua figlia è talmente bella”» • «Mi sceglievano per fare la “fidanzata elegante”, la “mogliettina cretina”. Sognavo ruoli di donne adulte, vere. Sono scappata da Hollywood, figuriamoci, volevano trasformarmi nell’erede di Marilyn. Tutta cotonata, un incubo» • «Sono orgogliosa delle mie rughe. Non mi faccio mettere le mani sul viso da nessuno, da quando ho iniziato a fare l’attrice mi sono sempre truccata da sola. Non racconto frottole come tante colleghe che dicono di non far niente e si vede lontano un miglio che sono ritoccate. Diventano tutte uguali» • «Al cinema sono stata felice d’imbruttirmi, ingrassata per La cicala di Lattuada, invecchiata in Al di là del bene e del male della Cavani. Prima di fare l’attrice sono una spettatrice. Mi chiedo: è una storia che andrei a vedere? Soprattutto con la fiction, vista da milioni di persone, non puoi tradire il pubblico. La tv è potente, senti l’affetto della gente» (da un’intervista di Silvia Fumarola) • «Mi piacerebbe fare ancora cinema, la mia carriera è cominciata lì. Mi accontenterei di un bel film ogni due anni, ma è praticamente impossibile. In Italia un’attrice può fare film dai 18 ai 40 anni, poi viene considerata troppo vecchia».