Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
LAUDI Maurizio Torino 1947. Magistrato. Procuratore aggiunto a Torino, giudice sportivo della Figc (dal 95), nel 2006 il Guardasigilli Roberto Castelli gli ha mandato gli ispettori a seguito dello scandalo Calciopoli («ha dato credito a false e gratuite insinuazioni»)
LAUDI Maurizio Torino 1947. Magistrato. Procuratore aggiunto a Torino, giudice sportivo della Figc (dal 95), nel 2006 il Guardasigilli Roberto Castelli gli ha mandato gli ispettori a seguito dello scandalo Calciopoli («ha dato credito a false e gratuite insinuazioni»). Come tutti i magistrati in servizio ha poi dovuto rinunciare, dopo una disposizione in questo senso del Csm (presa sull’onda dello scandalo Moggi), all’attivita di giudice sportivo. Armando Carbone lo ha accusato, davanti ai magistrati di Napoli, di essere stato uno strumento nelle mani di Moggi, insieme al giudice Giuseppe Marabotto: secondo questa ricostruzione, i due magistrati fecero cadere Allodi e consegnarono il cosiddetto “Sistema” a Moggi. Si è anche detto che i giudici di Torino archiviarono l’inchiesta sul calcio e cessarono le intercettazioni per rispetto al giudice Laudi, juventino, che da quell’inchiesta avrebbe potuto esser messo in cattiva luce. A fronte di tutte queste ricostruzioni, basate su riscontri allo stato piuttosto deboli, i giornali non hanno pubblicato che un’intercettazione del 9 novembre 2004 in cui risulta che Laudi ha chiesto a Lella, la segretaria di Moggi, quattro biglietti e due speciali park (ossia autorizzazioni per parcheggi riservati e custoditi all’interno dello stadio) • «Tifoso della Juve dichiarato, ex mezz’ala destra nella gloriosa squadra giovanile del Bacigalupo (ma con piedi poco buoni), è procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Torino e coordinatore antimafia del distretto Piemonte-Valle d’Aosta. è entrato in magistratura nel 74, quattro anni dopo la laurea in Legge con una tesi sulla responsabilità penale del capo dello Stato (110 e lode e pubblicazione). Come giudice istruttore (dal 75 al 90), ha condotto, insieme con Giancarlo Caselli (tifoso granata), tutte le principali inchieste sul terrorismo piemontese (Brigate rosse e Prima linea) e dal 78 vive sotto scorta, quella che lo segue anche quando viene in Lega a Milano. In seguito si è occupato delle inchieste sul Casino di St.Vincent e sul clan dei catanesi a Torino, prima di entrare nella vicenda dei sassi lanciati dal cavalcavia di Tortona, dopoché il procuratore della città era stato sollevato dall’incarico. Nel 98, ha seguito l’inchiesta sui pacchi bomba degli ecoterroristi della Val di Susa: un paio arrivarono anche a lui, senza conseguenze» (Fabio Monti).