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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LANTE DELLA ROVERE

Lucrezia Roma 19 luglio 1966. Attrice. Figlia di Marina Ripa di Meana. «Sono secca e lunga, ho un fisico aristocratico e non ho l’anima popolare, non sono Sabrina Ferilli, sorrisi e pacca sulla spalla “e ’nnamo”» • «Mio padre fino a quando avevo 18 anni non poteva permettersi il telefono e
faceva attenzione allo scaldabagno per le bollette. Era impiegato al cinema
Rouge et Noir di Roma, prendeva un milione 200 mila lire al mese. La mia famiglia è nobile, ma mia nonna durante la guerra s’è ritrovata sette figli da tirar su e il marito scappato con un’altra donna. Papà è cresciuto a Villa Lante a Bagnaia, vicino Viterbo. Poi hanno dovuto vendere la
villa e... A un certo punto papà non ce l’ha fatta, è rimasto vittima del suo passato, della sua fragilità. I miei erano separati e sono cresciuta per metà in una situazione di povertà, per l’altra metà con mia madre che mi mandava a studiare in America» (da un’intervista di Valerio Cappelli)
• «Mio padre beveva» (a Psychologies) • «Non ho mai fatto cose da grandi numeri, non ho mai avuto una strategia né ho definito un tipo di ruolo. E rifiuto le ospitate in tv, mi vergogno. Penso
di non essere vista come simpatica, la mia timidezza è scambiata per alterigia. E il cognome fa pensare a una che vive nei palazzi,
viziata, con la carrozza sotto casa, che non ha bisogno di lavorare. In realtà anche mia madre ha sempre lavorato. Ho fatto il Centro Sperimentale, ma non
sono mai stata una studentessa modello. Sono andata via di casa per bisogno di
indipendenza e perché la famiglia mi ha sempre spinto a lavorare. Il primo passo di attrice è stato un provino con Monicelli per
Speriamo che sia femmina e poi ho avuto la fortuna del teatro, ho cominciato con Quartullo e ho sempre
lavorato. I quattro anni di teatro con Barbareschi sono stati importanti, anni
di formazione con scontri e sofferenza, ma dopo ho capito che mi ero
fortificata, ero padrona di me stessa» (da un’intervista di Maria Pia Fusco).