Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

LA ROSA

Anna Gerace (Reggio Calabria) 1 giugno 1955. Giornalista Rai • «Popolare autrice e conduttrice di TeleCamere, la trasmissione che ci svela tutte le domeniche la vita privata dei politici,
molti anni passati tra i palazzi del potere a scarpinare, a faticare, a
riportare come un segugio notizie esclusive all’Adn Kronos o al Tg2» (Claudio Sabelli Fioretti) • «Sono stata in Calabria fino a sette anni. Poi ci siamo trasferiti a Roma. Fu un
dramma. Parlavo solo dialetto. Ogni volta che aprivo bocca i bambini ridevano.
Per la vergogna non chiedevo nemmeno di andare a fare la pipì, e schiattavo. A Doria ero una leader. A Roma un’emarginata. La maestra era cattiva, non aveva un briciolo di comprensione. Alla
fine mi disse: “Smetti di studiare. Fai la sarta”. In prima media ho incontrato un professore di Lettere molto umano. Mi spiegò che dovevo leggere molto, ad alta voce. Trascorrevo le mie notti a registrare
su un vecchio Geloso
Il fu Mattia Pascal. Posso ancora citarlo a memoria. Lessi talmente tanto che alla fine ero la
prima della classe in italiano. E nei temi prendevo sempre dieci. Cominciai a
collaborare a Gioia e al Messaggero, ma mi piacevano gli uffici stampa. Mandai
il curriculum a tutti i ministri. Mi rispose l’ufficio stampa di Gianni Goria, ministro del Tesoro. Andai a lavorare lì pochi mesi. Una noia. A 16 anni ero comunista, addirittura trotzkista, giravo
con la medaglietta di Trotsky sul giubbino. Poi piano piano, leggendo, sono
diventata socialista, lombardiana. A forza di curriculum arrivai all’ufficio stampa di Gianni De Michelis. Una delle intelligenze più fervide, laiche, libere che abbia mai incontrato. Dopo un po’ mi stufai. Andai da Pippo Marra, calabrese come me, proprietario dell’agenzia Adn Kronos… Sono andata, mi sono presentata e venni assunta. C’era il caporedattore del politico, Guglielmo Gabbi, uno che ci mancava poco che
ci frustasse. C’erano Maria Teresa Meli, Francesco Lo Sardo, Ferdinando Regis, Tonino Satta,
Mauro Mazza. Alla fine sono andata al Tg2».