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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

KOSTNER

Isolde Ortisei (Bolzano) 20 marzo 1975. Ex sciatrice. Medaglia d’argento in discesa libera alle Olimpiadi di Salt Lake City (2002), due volte
campionessa del mondo in superG (96 e 97, seconda nel 2001), medaglia di bronzo
in discesa e superG alle Olimpiadi di Lillehammer (94). Nel 2000-01 e 2001-02
ha conquistato la Coppa del mondo di discesa, prima donna italiana a fare il
bis • Figlia di Oliva e Ullrich, decoratore del legno: «Tutto è cominciato con le scampagnate domenicali della famiglia Kostner, i picnic sulla
neve, le prime scivolate sui campetti. Poi un centro Fisi le diede i primi
rudimenti e successivamente andò allo sci club Ortisei. La prima vittoria? In gigante, anzi, un gigantino,
quando era in prima elementare. Aveva il numero 2, la numero 1 cadde e sul
gradino più alto del podio salì lei. Non sapeva che ci avrebbe preso gusto... Ma c’era un problema. Isi da ragazzina vinceva, ma il suo stile non era bello da
vedere, quelle gambe larghe non erano il massimo dell’estetica. Oltretutto non appoggiava bene il peso sullo sci esterno, quello che
nei canoni sopporta il peso vero della curva. Così quando aveva 12 anni il suo allenatore la costrinse a riunire gli sci. “Le tue ginocchia si devono toccare”, le disse. E lei ci provò, ci riuscì anche, ma i suoi risultati precipitarono. La salvò il norvegese Furuseth, che nella seconda metà degli anni Ottanta in coppa del Mondo introdusse il concetto dell’indipendenza delle gambe. E, quando l’allenatore si stancò di ripeterle cento volte la stessa cosa e le disse: “Scia un po’ come vuoi”. Isi riallargò i suoi sci e riprese a vincere. In quello stile c’era già il seme dei suoi successi, la grandissima scorrevolezza, la stabilità, la capacità di non caricare troppo uno sci e trasformarlo in un freno. La sua prima tuta
della Nazionale la vestì nel 91 a 16 anni, nella squadra C. Era emersa nelle gare Fis dove batteva le
azzurre anche con qualche annetto più di lei. Ma non è stata solo una discesista: il suo primo titolo italiano l’aveva vinto a 15 anni nello slalom della categoria giovani. Poteva saltare nella
squadra B la stagione successiva, ma preferì rimanere in C per farsi allenare ancora da Valerio Ghirardi. L’esordio in coppa del Mondo avvenne nelle finali del 92 a Crans Montana, in
Svizzera, una specie di gita premio dopo i buoni risultati, per lei e Simona
Novara. I tecnici credevano in lei, nella sua serietà, nella sua applicazione, in quella sua scorrevolezza naturale. Nella stagione
93-94 entra in squadra A dopo aver vinto a Colere il titolo mondiale juniores:
11ª nella prima discesa a Tignes, 25ª a St. Anton e la prima vittoria al terzo assalto: nella discesa di Garmisch il
28 gennaio 94. Quel giorno la gara venne sospesa per oltre un’ora, in mezzo al canalone che porta al finale c’era il corpo esanime di Ulrike Maier, che si era spezzata l’osso del collo volando contro il picchetto di una fotocellula dell’intertempo. In quel lasso di tempo la pista si velocizzò e l’azzurra ne approfittò. Vinse, ma non gioì. La conferma che l’Italia aveva davvero trovato una stella arrivò meno di un mese dopo ai Giochi olimpici di Lillehammer. La Kostner non ancora
19enne conquistò il bronzo della discesa e del superG. Era educata, un po’ distaccata, ma non amò affatto quel soprannome di “Puffo” che ispirava il suo viso rotondo e la tuta completamente azzurra della squadra
italiana. In squadra la chiamavano invece “Tarta”, come tartaruga, perché nelle prove in palestra la sua schiena era rigida come il carapace appunto di
una tartaruga» (Pierangelo Molinaro)
• Si è ritirata dalle gare alla vigilia delle Olimpiadi della neve di Torino 2006
perché in attesa di un bambino. In questo modo ha detto tra l’altro no a fior di sponsorizzazioni (250 mila euro almeno). Per questo è diventata subito il simbolo dei cattolici che non vogliono la fecondazione
assistita e che in quel momento (dicembre 2005) stavano prudentemente lavorando
per depotenziare la legge sull’aborto (la cosiddetta 194). Il 14 gennaio 2006, in occasione di una
manifestazione in piazza del Duomo a Milano in favore dei Pacs, il quotidiano
dei cattolici Avvenire le dedicò un editoriale entusiasta. Isolde rispose però che si sentiva spiritualmente in piazza anche lei con le altre donne e che
rispetta in ogni caso la scelta di chi, per il suo lavoro, rinuncia alla
maternità. «Ognuno ha la sua vita, la storia è diversa per ciascuna di noi, non mi permetto in nessun modo di generalizzare»
• Il bambino è poi nato a Vipiteno (Bolzano) il 9 luglio 2006. Gli è stato messo nome David.