Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
INZAGHI
Filippo San Nicolò (Piacenza) 9 agosto 1973. Calciatore. Campione del mondo in Germania nel 2006.
Partito come quarto attaccante, Lippi lo mise in campo alla fine dell’incontro con la Repubblica ceca (22 giugno 2006, 2-0), ultimo e decisivo match
della qualificazione. Inzaghi segnò il secondo gol, galoppando per tutta la metà campo avversaria (presa in contropiede) e scartando il portiere • È il capocannoniere italiano di tutti i tempi nelle coppe europee • Inizi a Piacenza, poi Leffe, Verona, Parma, Atalanta (nel 97 capocannoniere del
campionato di serie A), Juve (scudetto 98), Milan (Champions League 2003,
scudetto 2004). Vicecampione d’Europa con la Nazionale nel 2000, ha partecipato anche a tre Mondiali (98, 02,
06). 24° nella classifica del Pallone d’oro 2002, nomination (ma senza prendere neanche un voto) anche nel 98, 99, 2000 • «Un indemoniato. Un solista efferato in uno sport di squadra. Per questo non
sempre apprezzato. Emiliano Mondonico, suo allenatore all’Atalanta, ne parla ancora oggi come di un talento esoterico. “Metti una palla, una porta e cento persone in un cortile, stai sicuro che nella
mischia a buttarla dentro spunterà sempre lui, Pippo Inzaghi”. Si chiama killer instinct» (Giancarlo Dotto) • «Quelli come Pippo Inzaghi hanno lo scatto della zitella che brucia le amiche al
lancio del bouquet nuziale. Arrivare primi È una questione di felicità. Un secondo prima del difensore sei un dio, un secondo dopo sei un fallito; un
secondo prima che il guardalinee possa alzare la bandierina sei un eroe, un
secondo dopo sei un fuorilegge. Quelli come Pippo Inzaghi non rubano solo il tempo ai difensori, rubano tutto ciò che brilla in area, anche ai compagni, tutto ciò che serve per fare un gol. Stanno agli antipodi dei centravantoni che fanno la
torre per gli altri. Là muscoli e generosità, qua velocità e sano egoismo» (Luigi Garlando)
• «Ha segnato in ogni modo: di testa, di destro, di sinistro, in acrobazia, di
opportunismo, su rigore e su punizione. Già, anche su punizione: era il 24 novembre 96, giocava con l’Atalanta ed entrò a Bologna solo nella ripresa perché influenzato. Palla sopra la barriera e all’incrocio, una prodezza da specialista, che È rimasta unica, come una farfalla dai colori speciali. Quell’anno Pippo vinse la classifica cannonieri e poi passò alla Juve. Proprio in bianconero ha realizzato alcuni gol stupendi. Uno su
tutti: la rovesciata contro il Galatasaray, il 16 novembre 98, la sua più bella rete in acrobazia. La Champions League evidentemente ispira SuperPippo
che in Europa ha segnato tante reti, alcune delle quali davvero spettacolari.
Tra i suoi gol di sinistro, ad esempio, merita la vetrina quello del 3 marzo 99
all’Olympiakos, sempre con la maglia della Juve. E tra le prodezze di testa, invece,
il primo posto spetta alla torsione in Milan-Lens del 18 settembre 2002. Ma
anche in campionato Pippo ha lasciato il segno con gol bellissimi. Il destro
che decide il derby del 13 aprile 2003 sembra uscito dal manuale del grande
attaccante. E il modo in cui beffa Buffon, Thuram, Ferrara e Montero in
Milan-Juve del 22 marzo 2003 È un inno al senso del gol e all’opportunismo. Ce n’È per tutti i gusti» (G. B. Olivero)
• «Annota maniacalmente tutti i suoi gol ed È un computer vivente di se stesso. Se gli chiedi a bruciapelo quando e come segnò un gol in una partita di sette anni fa, lui ti snocciola gli sviluppi dell’azione, chi gli servì l’assist e il modo in cui lui calciò in rete, tutti i particolari. Vive per il gol, forse più di altri suoi colleghi, basta vedere il modo frenetico con cui festeggia dopo
una rete, come vivesse una liberazione da un peso insopportabile: È sempre la stessa esaltazione» (Andrea Sorrentino)
• «È un giocatore particolare, deve sempre andare alla conclusione, in maniera quasi
ossessiva, a costo di calpestare e travolgere i compagni di squadra. È il classico re dell’area di rigore, finisce quaranta volta in fuorigioco ma alla quarantunesima ti
fa vincere la partita. Mi ricorda Paolo Rossi, altro opportunista, poca
partecipazione alla manovra ma indispensabile terminale di ogni trama» (Alessandro Altobelli) • «Io giocavo di più per la squadra, ero diverso. Pippo invece È unico, È un atipico. Vive soprattutto per sé in area di rigore ed È la fotografia della praticità, difficile che si perda in giochini. Cerca il gol e basta, attende l’errore degli avversari e con lui anche il difensore più esperto non si può mai rilassare. Un giocatore del genere dà sicurezza: sai che prima o poi un gol te lo segna» (Paolo Rossi) • Fama di playboy: «Resto scapolo ma non per vocazione. È che non ho ancora trovato la ragazza della vita. In amore sono come nel lavoro,
un perfezionista maniacale. Se non sono sicuro non mi sposo. Sono stato
innamorato un paio di volte, la prima di Silvia, una ragazza di Piacenza, poi
di Francesca a Verona. Con Samantha De Grenet siamo stati felici finché È durato, qualche mese» • «La presunzione dell’uomo È pari solo alla sua capacità di fare gol» (Gianni Agnelli) • Fratello di Simone.