Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
INTINI
Ugo Milano 30 giugno 1941. Politico. Ex deputato (prima Psi, poi Ulivo), adesso sta
con la Rosa nel Pugno. Viceministro degli Esteri nel Prodi II • Laureato in Giurisprudenza, giornalista, è stato direttore di Critica sociale, Il Lavoro, l’Avanti! Già sottosegretario agli Esteri nell’Amato II • «è stato per almeno un decennio uno degli uomini più potenti d’Italia, ma ha sempre avuto un suo stile semplice ed austero. Ha adorato Bettino
Craxi, ma ha preso l’aereo per Hammamet soltanto dopo il 96, per chiarire un dissidio politico col
suo capo prima che fosse troppo tardi. “Non amavo quel clan e quei riti...”, confessa sorridendo, con l’orgoglio di chi ne è uscito senza macchia. Per lui e per la sua famiglia vivere a Milano negli anni
di Tangentopoli è stato un incubo, “arrivavano molti insulti, dalla gente della strada, da chi sentiva il mio
cognome, un po’ raro. Sono stato molto solo, nel periodo della caccia alle streghe”. L’amicizia fra Intini e Craxi risale al 60. “Eravamo due ragazzi, a Milano. Io vicecronista comunale dell’Avanti!, avevo 19 anni, ero autonomista e nenniano, Bettino era il più giovane eletto ed era il mio leader. Il primo articolo che scrissi su di lui
raccontava una sua iniziativa per rimettere a posto le fontanelle della città. In municipio governava il primo centrosinistra italiano, un laboratorio
politico, c’era anche Eugenio Scalfari... Nel 68 organizzai la campagna elettorale, la terna
che mi aveva affidato Nenni era secca: Craxi, Loris Fortuna, Scalfari. Furono
eletti alla Camera tutti e tre: Fortuna era il protagonista della battaglia per
il divorzio, Scalfari aveva svelato, sull’Espresso, con Lino Jannuzzi, che fu eletto senatore socialista, il tentato
golpe, quel tintinnar di sciabole organizzato, guarda un po’, sotto l’ala del padre di Mario Segni. Ma non era facile tirar su voti, tra i compagni
della base, dovetti faticare a convincerli: Fortuna e Scalfari non giravano per
le sezioni”» (da un’intervista di Barbara Palombelli).