Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
IAQUINTA
Vincenzo Crotone 21 novembre 1979. Calciatore. Dell’Udinese. Campione del mondo in Germania nel 2006, dove è stato adoperato nei finali di partita e di solito sulla fascia. Autore del
secondo gol nel match d’esordio contro il Ghana (12 giugno 2006, 2-0). Per la finale (Lippi l’ha fatto entrare nel secondo tempo) ha fatto venire a Berlino la nonna calabrese
di 70 anni, Adele Gentile, che non era mai uscita dall’Italia • La sua convocazione ai mondiali di Germania fu assai chiacchierata: si diceva
che era stato preferito a Cristiano Lucarelli in quanto gestito dalla Gea
(società di procuratori, secondo l’accusa longa manus di Moggi nel sistema calcio messo in quel momento sotto
accusa) • «Il primo a credere in me è stato mio padre: pur di farmi allenare, non mi voleva nemmeno mandare a scuola.
Che litigi, con la mamma, ma spesso la spuntava lui...» • «Educato da una gavetta fra Reggiolo e Castel di Sangro fu inserito nella lista
delle sorprese venute dal Sud America. Persino il sito dell’Udinese ogni tanto si confondeva e scriveva Jacquinta. Poi un giorno il
lungagnone calabrese ha deciso di far capire a tutti chi era: campionato
2002-2003, Udinese-Empoli, rigore decisivo al novantesimo, Iaquinta ruba la
palla a Pizarro e la piazza sul dischetto. La curva mugola perché non ha ancora confidenza con “il tucano” (nomignolo appioppato dai compagni causa naso a becco), lui non li guarda
nemmeno segna, ed esulta. Il nome di Iaquinta è scolpito lì e da quel gol hanno imparato tutto. Sanno che in Calabria ci è solo nato perché è cresciuto in Emilia, che a quattordici anni piangeva confinato a Rimini lontano
da mamma e papà, che allora pensava che il calcio da girovaghi non fosse affare suo e invece
tre anni dopo è diventato professionista con il Padova» (Giulia Zonca).