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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

Tuccillo Gaetano

• Pomigliano d’Arco (Napoli) 20 gennaio 1982, Afghanistan 2 luglio 2011. Caporal maggiore scelto dell’esercito, fu la 39ª vittima della missione italiana • «Dopo una pattuglia di ore la strada dritta verso la base di Herat sembra sicura. Invece non c’è tratto degli sterrati battuti dai mezzi militari che non nasconda ordigni rudimentali ma letali, gli unici con cui i guerriglieri possono [...] fare seri danni alle forze della coalizione. È su uno di questi ordigni, uno “ied” nel lessico militare, che esplode l’autocarro guidato dal caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo. I Lince e gli altri blindati sono già passati, chi ha piazzato l’ordigno sulla strada vicina al villaggio di Caghaz, e probabilmente lo ha azionato a distanza, ha aspettato proprio un autocarro, un bersaglio più facile. Tuccillo muore sul colpo, Aniello Cerqua, il commilitone che è al suo fianco è ferito, ha una gamba rotta. [...]» (Cristina Nadotti, “la Repubblica” 3/7/2011) • «[...] Rosetta, la madre [...] “Gaetano era il centro della nostra famiglia. Era la nostra speranza di riscatto e di futuro. Stanotte si è spento il nostro sole” [...] si era arruolato nell’esercito a 18 anni, vincendo poi il concorso per diventare effettivo: “La divisa era la sua vita. ‘Mamma diventerò qualcuno’ [...] E io sognavo con lui” [...] sarebbe rientrato dalla missione a fine settembre [...] era sposato da meno di un anno con Evelyn Dwars, infermiera olandese [...] che abita a Revine Lago, nel Trevigiano. E in autunno voleva festeggiare anche il suo anniversario di matrimonio. “Era la terza missione all´estero di Gaetano. Era stato in Kosovo e in Libano. Mi ripeteva sempre: ‘Mamma stai tranquilla. Ora torno e mi compro finalmente la casa con Evelyn, una bella casa, con l’orto come la nostra’” [...] “A Gaetano piaceva raccogliere le verdure dall’orto e poi cucinare. Era un cuoco bravissimo - racconta il cognato, Umberto Di Domenico - Era un ragazzo d’altri tempi, amava leggere libri di storia e guardare i documentari. Si preoccupava sempre degli altri prima che di se stesso”. Il padre, operaio specializzato, uscito presto di casa [...] per andare a lavorare, quando rientra e vede i militari sviene. [...]» (Cristina Zagaria, “la Repubblica” 3/7/2011).