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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GUZZANTI

Paolo Roma 1 agosto 1940. Politico. Senatore. Di Forza Italia. Giornalista.
Vicedirettore del Giornale, scrive anche su Panorama. È stato inviato speciale ed editorialista de La Stampa, cronista politico di
Repubblica. È lui che, intervistando Franco Evangelisti, ricostruì il clima delle mazzette anni Settanta facendogli raccontare di come Gaetano
Caltagirone, incontrandolo, gli domandasse: «A Fra’, che te serve?». Ha condotto in tv
Chi l’ha visto? (il primo anno, con Donatella Raffai: si ritirò spontaneamente perché non ne condivideva l’ideologia), Bar condicio, Rosso di sera. Noto per le sue imitazioni di personaggi politici, prima di tutti Sandro
Pertini (chiamò Arbore in tv durante una puntata di Quelli della notte e Arbore credette che fosse davvero il presidente). Confessore di Cossiga,
quando Cossiga, da Capo dello Stato, picconava (e in contrasto per questo col
direttore di Repubblica, Scalfari). Padre dei comici Caterina, Corrado, Sabina.
Presidente della Commissione Mitrokhin nella XIV legislatura • «Giornalista straordinario, lasciava a bocca aperta i giovani cronisti - che l’adoravano - infilzando con corrosiva irriverenza e due tocchi di penna leggera
ogni Vostraeccellenza che gli capitava a tiro. Senza far mancare ai lettori
chicche strepitose come il cesso tecnologico del Picconatore: “La sala da bagno era stata attrezzata con un piccolo studio, e di lì, chiuso a chiave, Cossiga aveva più volte dribblato consiglieri e portavoce, mettendosi direttamente in contatto
con il giornale radio di Livio Zanetti, aprendo i rubinetti della vasca e della
doccia per coprire la propria voce”. Ma ve la ricordate l’intervista a Vincenza Bono Parrino, la ministra dei Beni Culturali ribattezzata “La Signora Apocalisse” e la sua ira per le osservazioni maligne sulle sue “borse dozzinali e deformi, da massaia sovietica”?» (Gian Antonio Stella)
• «Quando Wojtyla ha telefonato in diretta tv a un Bruno Vespa in deliquio, in
molti hanno pensato a lui con un brivido. Prima di fare la verifica in
Vaticano, la segretaria di Vespa ha chiamato lui per assicurarsi che non fosse
uno scherzo. Ha fatto il giornalista, sempre con arte, spesso con sprezzo della
realtà modesta offerta dalla cronaca» (Pietrangelo Buttafuoco) • «Socialista, generosamente pre-craxiano. L’ha raccontato lui stesso nella sua autobiografia, I giorni contati. E pur con tutto l’uso di mondo e l’ostilità alla logica selvaggia degli schieramenti, beh, chi ha letto quel testo, a
tratti struggente e comunque ormai distante da certe credenze di generoso e
ingenuo ribellismo, comunque fatica a comprendere come lo stesso autore,
qualche anno dopo, abbia potuto scrivere l’introduzione a L’Italia che ho in mente, che poi sarebbe la raccolta dei discorsi “a braccio — come preziosamente specificato in copertina azzurra, sotto l’immagine del leader sorridente — di Silvio Berlusconi”. Ma così va il mondo, anche per chi ritiene che il meglio di Guzzanti, del Guzzanti
giornalista, si ritrovi nell’intervista pirata a Evangelisti (“A’ Frà, che te serve?”), nei resoconti sull’estate degli italiani, a Vermicino, nei reportages sui minatori rumeni, durante
la fuga d’amore di Woody Allen e in tanti altri racconti, anche di cose noiose, che pochi
altri giornalisti riuscivano, come lui, a coprire d’interesse» (Filippo Ceccarelli).