Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
GUZZANTI
Corrado Roma 17 maggio 1965. Attore. Figlio del giornalista Paolo, fratello di Sabina e
Caterina. Grande successo dal 92 grazie ad Avanzi (Raitre). Poi Tunnel (94), Pippo Kennedy Show (97), L’ottavo nano (2001) ecc. • «Il ragazzo timido e gentile che dà il meglio nella parte del coatto o del prepotente, ha infilato una serie di
personaggi, da Rocco a Quelo al capomanipolo dei Fascisti su Marte, da
guadagnarsi un posto nella storia della tivù intelligente non solo come attore ma anche come autore de Il libro de Kipli. “Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori!”» (Gian Antonio Stella) • «La voce potrebbe essere quella di un grande attore americano, profonda e al
tempo stesso dolce, adatta a qualche bella scena d’amore. Una voce “sentimentale” se ci si passa l’aggettivo, adatta al tono basso con cui parla, ma che non serve a spezzare i
cuori delle fan ma a far ridere milioni di persone» (Ernesto Assante) • «Mi piace la forza del delirio, non ho voglia di fare una televisione fortemente
connotata, ma qualcosa di più liquido, dove sia sempre possibile cambiare opinione, ruolo, posizione. Mi
piace molto di più la deriva psicologica della gente normale, di quelli che ci fanno e ci sono al
tempo stesso, valorosi rappresentanti del nostro paese, di chi, come Emilio
Fede, è un personaggio che diventa la sua stessa rappresentazione. La satira ha
successo se spinge qualcuno a pensare, se offre un punto di vista diverso, se
suscita polemiche. Non ho mai fatto distinzione tra satira politica e di
costume, sono facce della stessa medaglia. Diciamo che oggi è più difficile fare satira di quanto non fosse qualche anno fa, non è possibile proporre un’idea nuova senza cadere nella trappola della divisione tra destra e sinistra e
questo lo considero una malattia. Nel mestiere che faccio io si è utili se si fa tornare voglia di una informazione senza blocchi. Non credo sia
possibile vivere in questo paese ignorando quello che sta succedendo. Ma non
sono un missionario della satira. La satira non è sacra, con la satira si possono dire delle terribili falsità. Penso che il teatro sia meglio della tv e che il cinema, troppo spesso invece,
sia stato per i comici peggio della televisione»
• «Mi mancano i ruoli alla Mastroianni, con quella sua componente di distacco, come
se dicessi “faccio il cinema ma ricordatevi che è cinema”. E mi piace molto Michael Caine» • «Ho sempre vissuto il lavoro di attore come un hobby, volevo fare lo scrittore,
da adolescente scrivevo cose serissime, drammi esistenziali, poi ho scritto
parodie delle cose serie, Sabina mi ha chiesto di usarle nella serie di Enzo
Trapani No stop e sono stato subito censurato per il personaggio di una suora vagamente
blasfemo, parlava latino, tutti ridevano ma non andava mai in onda. Non ci si
abitua alla censura, è una brutta sensazione, come avere i ladri in casa» • «Quando faceva Fulvia, la valletta di “Rieducational Channel”, che non era un’imitazione, mi è capitata una cosa che non mi era mai successa: volevo prendere la macchina,
venire a Roma e abbracciarlo» (Antonio Albanese).