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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GRUBER

Lilli (Dietlinde) Ora (Bolzano) 19 aprile 1957. Giornalista. Rai. Dal 2004
eurodeputato (dell’Ulivo) • «Il debutto in una piccola emittente, poi il precariato Rai, l’assunzione. Buca il video, brucia le tappe. Nell’87 è già al Tg2, anchorwoman della televisione pubblica. Tre anni dopo, eccola al Tg1 di
Vespa, la sua conduzione “di sbieco” diventa un cult, i suoi servizi da Berlino e da Amman fanno audience, il suo
nudo integrale (rubato) nella calda estate sarda del 92 anima le cronache» (Alessandra Longo) • «Si dice abbia la dote di bucare il video. Figlia della Bassa Atesina, dove le
durezze montane del Sudtirolo e il dialetto tedesco si stemperano nella valle
dell’Adige che comincia a aprirsi verso sud e nel dialetto trentino, mostra di
preferire le ore stese sulla sdraio al mare, soprattutto quello sardo di Torre
delle Stelle dove il padre aveva una villa, villa all’interno della quale una decina di anni fa lei fu sorpresa mentre prendeva il
sole nuda da un fotografo che pagò carissimo, con un risarcimento da decine e decine di milioni, lo scoop
intrusivo e irrispettoso della privacy. è figlia di un imprenditore di lingua tedesca che aveva una industria (la Tiger)
di macchine edili, ha patito la separazione dei genitori ed è cresciuta con i due fratelli maggiori ad Egna frequentando l’istituto delle suore Marcelline, la scuola bene di Bolzano, dalla quale uscì con il chiodo fisso di fare la giornalista, professione cominciata in un paio
di televisioni locali prima del passaggio alla Rai di Bolzano e da lì a Roma. Come scrisse un giorno Giancarlo Perna (che della nostra in tivù ha sempre contestato che “appena parlava di Silvio e della destra metteva il broncetto”) Lilli ha avuto un periodo castano (colore originale della chioma, con
sfumature tizianesche), uno rosso e uno biondo, successivamente abbandonato per
tornare al colore preferito» (Gian Antonio Stella)
• «Volevo fare un mestiere che conciliasse la creatività con l’impegno intellettuale e sociale, e poi sono sempre stata una persona curiosa. E
visto che scrivevo bene, pensavo che il mestiere di giornalista facesse per me.
Vengo da una minoranza etnico-linguistica e certo non è stato facile da ragazzina essere chiamata “tedesca” in una città come Verona, quindici anni dopo la guerra, quando in Alto Adige scoppiavano le
bombe dei sud-tirolesi. Sono bilingue italiano-tedesco, e parlo bene inglese e
francese. Le città che amo molto sono Baghdad e New York. Mi danno fastidio l’approssimazione e l’improvvisazione che però in certe circostanze sono anche delle qualità. Ho avuto fortuna ma ho anche faticato e lavorato tanto» (da un’intervista di Alain Elkann)
• «Fu un craxiano a lanciarla, Ghirelli. “Cercava in provincia volti nuovi per il Tg2. Tu si’ ’na signora austriaca, mi disse. Poi, quando mi vide alla prova: tu si’ ’n animale televisivo”. Era fatta» (Aldo Cazzullo) • I nomi di famiglia li ha scelti Tante Auguste, la zia germanista appassionata
alla saga dei Nibelunghi: Winfried il fratello, Friederiche la sorella. Lei,
Dietlinde. «Vengo da una famiglia di imprenditori, cattolica, certo non di sinistra.
Borghesia illuminata però: tollerante, aperta. Qui hai le tue radici, mi hanno detto, da qui potrai
partire per il mondo».