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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

GRILLO

Beppe (Giuseppe Grillo) Savignone (Genova) 21 luglio 1948. Comico. Scoperto da Pippo
Baudo mentre faceva cabaret, nel 77 ha esordito in tv con Secondo voi, poi Luna Park e Fantastico (79), Te la do io l’America (81), Te lo do io il Brasile (84). Nell’86, impegnato in Fantastico 7, attaccò i socialisti (Craxi) e fu bandito dalla tv. Diventato testimonial di yogurt,
una partecipazione al Festival di Sanremo dell’89, s’è poi trasformato nell’«unico predicatore capace di riunire l’Italia davanti alla tv» per diffondere infine il suo messaggio attraverso Internet (cui continua ad
affiancare l’esibizione in monologhi teatrali). Il suo (www.beppegrillo.it) è forse il blog più frequentato d’Italia
• è ancora un comico? «Dalle risate del pubblico, direi di sì. Dai discorsi che faccio, direi di no. Sono una specie di pubblico ministero
impazzito. Solo che a me, diversamente dai pm veri, non mi hanno ancora
eliminato» • «Prendere in giro Berlusconi o D’Alema non mi interessa, è una cosa che mi può scappare così, improvvisando, ma non mi diverte nemmeno più, da anni» • «Perché dovrei tornare in tv per un’ora? O si cambia tutto, o non si può che peggiorarla. E per cambiare bisogna mandare a casa i mostri sacri, i finti
geni. Per esempio, Maurizio Costanzo. Si crede un grande artefice, invece fa
sempre la stessa solfa» (da un’intervista di Marco Travaglio) • «Soltanto due italiani si sono meritati la classifica degli “eroi europei del 2005” su Time. Una è poco conosciuta, Silvana Fucito, imprenditrice napoletana che guida l’associazione contro il racket della camorra. L’altro è famosissimo, nonostante ormai decenni di oscuramento televisivo: Beppe Grillo» (Curzio Maltese) • «In trent’anni di carriera, ha spostato l’asse dalla satira sociale dai “luoghi comuni delle persone” al “giornalismo politico”. Oggi, le sue “elucubrazioni” riguardano i salari, l’ecologia, la religione. E non risparmiano nessuno. Dichiara che il suo è “giornalismo camuffato”, la cui ricetta è: lettura di libri, giornali, ricerca on-line e tanta passione. Poi, si lascia
riposare per “sette-otto mesi e dopo si riprende il tutto, lasciando spazio all’improvvisazione”. In questo modo, Grillo è diventato quasi un esperto finanziario, tanto da aver “anticipato” lo scandalo Parmalat prima che diventasse di dominio pubblico. Figurarsi che lo
chiamavano “anche i pensionati per sapere cosa fare dei loro risparmi”» (Geraldina Colotti)
• «I suoi spettacoli sono un’ondata di notizie multicolor, frullate con battute dirompenti, improperi
irripetibili e seriosi consigli per la salute. Ormai è una specie di sacerdote della controinformazione. Che ha scelto il teatro per
non dover fare compromessi con la televisione, che preferisce gli argomenti
scientifici alle chiacchiere da salotto e che soprattutto, senza scadere nell’antimodernismo (“non sono mica un passatista”), denuncia appena può i disastri del mondo dei bond e dei facili arricchimenti azionari, a cui
contrappone una sana cultura del lavoro» (Vittorio Zincone)
• «Io faccio un lavoro sano, vado a documentarmi, faccio tre mesi di tournée e otto mesi di ricerca, perché mi piace. Se la verità non ci fosse più, ci sarebbe solo l’anarchia, e chi avesse più mezzi, più soldi, avrebbe più potere. Ma c’è, una verità» • «Avrebbe forse dovuto fare il revisore dei conti statali piuttosto che il comico:
Grillo è uno di quei rari buffoni che, in classe, oltre a far ridere riesce anche a fare
i compiti con cura» (Time) • «Non voglio andare in una trasmissione presentata dalla Nestlè o dalla Ferrarelle e sponsorizzata dalla Ford o dalla Philip Morris» • «Sono almeno centomila al giorno: si collegano al blog del comico e immaginano il
pianeta ripulito dalle mafie, salvato dalle speculazioni finanziarie, con
multinazionali del farmaco dedite alla filantropia e amministratori locali col
pollice verde. Mediamente, ogni riflessione o proposta di Grillo viene
commentata un migliaio di volte. La potenza di questo nuovo tribuno si calcola
col moltiplicarsi degli “Amici di Beppe Grillo”, i neocarbonari dell’antiglobalizzazione» (Mattia Feltri)
• «Ho messo su una piccola P2 sobria e trasparente. La piduina degli agrillati. è una rete di meet-up già presente in molte città. Sa cosa sono i meet-up? Gruppi di persone che si incontrano per fare
concretamente le cose di cui hanno parlato in un blog. A Napoli contro la
privatizzazione dell’acqua. A Rimini contro l’inceneritore. A Milano per difendere il Bosco Gioia. La gente, le persone, sono
molto più avanti delle istituzioni»
• «Io non ci arrivo proprio a capire come si faccia a non parlare di
elettromagnetismo, cancro, Pil, energia. Devo essere minorato. Ho delle buone
fonti. Wolfgang Sachs e tutto il Wuppertal Institut, certo: i più grandi sociologi europei, che da anni stanno demolendo il vecchio e ormai
micidiale mito del Lavoro, e dimostrano, dati alla mano, che il lavoro, così come lo concepiamo noi, in funzione del Pil, ormai non produce più ricchezza, ma miseria. E noi qui a far casino sull’articolo 18. Oppure Domenighetti, che è praticamente il ministro della Sanità del Canton Ticino: persona straordinaria già per il semplice fatto che resista a vivere lì, e che mi fa avere tutto il materiale scientifico aggiornato sulla salute, che è molto diverso da quello che leggiamo sui giornali. Cose di un buon senso
addirittura rivoluzionario, tipo che bisogna stare più lontani possibile dagli ospedali, che gli antibiotici non curano, che i
medicinali producono effetto placebo...»
• «Passo ore in libreria. Sono un appassionato di Ernst Ulrich von Weizsäcker, l’inventore del Fattore 4, quello per cui si raddoppia il benessere dimezzando il
prelievo delle risorse naturali. Leggo spesso Amory Lovins, scienziato che ha
ideato il Negawatt (una tecnica per risparmiare energia elettrica) e Günter Pauli, teorico del riciclo. Del filosofo Remo Bodei non mi perdo neanche un
libro e ho grande stima del sociologo Domenico De Masi. Apprezzo molto anche il
settimanale Internazionale, uno dei pochi in Italia che ha un occhio sul mondo»
• «Mi chiama una giornalista del Corriere della Sera. Voleva recensire lo
spettacolo, ma diceva di non avere tempo per vederlo. E mi chiedeva di
raccontarglielo. Mi sono talmente incazzato che mi sono inventato su due piedi
uno show inesistente, con le prime battute che mi passavano per la testa. Non
facevano ridere, mai mi sarei sognato di farle in pubblico, e pensavo che mai
sarebbero finite sul giornale. Invece il giorno dopo è uscita mezza pagina. Questa è informazione?»
• «Sa cosa ho scoperto? Che il Cavaliere ha ingaggiato due controfigure perché vadano dal sarto a indossare gli abiti al posto suo: uno pesa quanto lui, l’altro quattro chili in più, perché Berlusconi d’estate ingrassa un po’. Le pare normale?» • «In un ristorante, mi si avvicina molto educatamente una signora. Mi indica un
uomo e mi fa, parlando sottovoce: “Lo vede quello? è mio marito. è uno dei più grandi ingegneri del mondo, ma sul serio. Costruisce ponti in Giappone, ha
raddrizzato la Torre di Pisa, cose così. Le vorrebbe dire una cosa, ma è timido”. L’ho fatto venire al tavolo ed era Majovieckji, un grande ingegnere per davvero.
Voleva parlarmi del ponte sullo Stretto di Messina. Voleva dirmi che lo
vogliono costruire con una tecnica ormai superata, che in Giappone è stata abbandonata da tempo: tecnica rigida, si chiama, con due piloni alti 500
metri che terrorizzeranno per sempre tutta Reggio Calabria e tutta Messina, in
piena zona sismica e col peso del treno che incurverà le travi. Alla fine mi ha supplicato: “Lo dica, lei è un comico, l’ascoltano”. Capito come funziona?»
• è stato il primo privato a vendere energia elettrica all’Enel: nella villa di Sant’Ilario, alture di Nervi, è stato installato il primo impianto fotovoltaico da due kilowatt allacciato alla
rete Enel: «Abbiamo un contatore che gira al contrario. è una cosa stupenda. Ci mettiamo lì davanti, con tutta la famiglia a guardarlo, come si fa con la tv. è una esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Questo è il vero investimento per la ricerca sul cancro: non più caldaie che bruciano carbone e petrolio»
• «Io vorrei rompere quest’incantesimo nel quale viviamo. Oggi la politica la fa un prete come Alex
Zanotelli, la fa un cantante rock, la fa qualche comico, la fa qualche
magistrato. I politici non fanno più politica: vanno licenziati tutti. Indifferentemente tutti. Rimettiamo le cose a
posto. Prima si decide cosa bisogna fare e poi si scelgono le persone più adatte per realizzarle: allora vieni pagato a obiettivo, come un dipendente
Co.co.co. Io voglio sapere che tipo di energia avrà mio figlio tra dieci anni. Come si muoverà l’altro mio figlio nel 2015. Voglio sapere che tipo di comunicazione devo mettermi
in casa. E invece i politici parlano in codice tra di loro»
• «Vorrei che alla nascita avessimo tutti il codice digitale, e una e-mail. Ecco
una campagna di cui si dovrebbe far portavoce la sinistra. Grazie alla
rivoluzione tecnologica, e alle telefonate gratis via Internet, possiamo
mandare a casa i cosiddetti manager come Tronchetti Provera, uno che ha decine
e decine di miliardi di debiti e vive di conflitti di interesse, già da domani mattina» • «Non posso candidarmi perché vincerei io. E io sono per la dittatura».